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Dal diario di un cinquino – Memorie di un vecchio Lillo (3^p)

di Mara Depini 
Mercoledì, 29 giugno 2022.
Ieri sera è piovuto forte e l’aria si è rinfrescata.
Questa mattina si sta benissimo e sembra di essere tornati alla primavera che quest’anno non abbiamo potuto godere.

Mi sento rigenerato, probabilmente la pressione mi è risalita.
Quasi quasi mi piacerebbe farmi un giretto fuori, passare a velocità sostenuta nelle pozzanghere per schizzarmi tutto, o schizzare qualche malcapitato in bicicletta, come facevo quando ero un giovanotto …
Bei ricordi, ma è passato tanto tempo e le macchine che circolavano allora, piccole, inquinanti, tutto meccanica e niente digitale non si vedono più. Neanche i cinquini come me si vedono più, tranne qualche rara volta, o quando ci sono i raduni e allora tutti tornano fuori dai garage, lucidi e splendenti, con i padroni che continuano a strofinarli con le loro pelli di daino per mantenerli intonsi, senza neppure un granello di polvere.
Ai miei tempi!!
Ai miei tempi non ci si preoccupava troppo che fossimo sporchi, o bagnati, che la carrozzeria fosse lucida o opaca, con qualche piccolo bozzo per aver avuto contatti ravvicinati con i pali o le cancellate.
Si andava anche con le portiere ammaccate, con la terra a ricoprire i fianchi, con i fari rotti e magari con le lampadine bruciate.
Facevamo da auto per la famiglia a carretto per caricare qualsiasi cosa, anche un paio di galline da portare a casa per Natale.
E nessuno aveva niente da dire.
Eravamo la forza lavoro degli italiani, ma anche la forza vacanza, le prime che si facevano.
Si partiva per il mare o per la montagna carichi all’inverosimile, e ci stava tutto, oltre ai quattro componenti della famiglia.
Vaglielo a raccontare ai giovani d’oggi cosa voleva dire viaggiare allora in cinquecento e senza condizionatore.
Vaglielo a dire alle auto di oggi che si vantano tanto di tutta la loro tecnologia, l’elettronica e il digitale e i cavoli a merenda.
Noi eravamo auto tutte di un pezzo, mica tastini e telecomandi.
Meglio che mi calmi, non ho più l’età per infervorarmi così.
Ecco, vedi come è Lorenzo?
Oggi che avevo voglia di farmi un giretto non si è fatto nemmeno vedere.
Immagino che sia perché non vuole che mi sporchi e tutte le sue solite lagne della polvere e delle gocce e di chissà cos’altro.
Tutti così i possessori di cinquini…
Vabbé, torno a dormire. (continua)