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Pennichella in 500 per Clint Eastwood

Stefano Jacurti, romano, è uno dei pilastri della cultura western in Italia, alla cui conservazione e diffusione ha contribuito sia come regista-attore dei film “Inferno bianco” e “Se il mondo intorno crepa” – autoprodotti e girati soprattutto in Italia – che come scrittore, con l’antologia di racconti “Il baule nella prateria”, il romanzo “Bastardi per stirpe” e la raccolta di pensieri “Avrei voluto essere ucciso da Clint Eastwood”.

Clint_Eastwood_skating_on_the_street_of_Rome.jpg

Clint Eastwood in skateboard per
le strade di Roma. Sullo sfondo 
una 500, 1964

Proprio nelle note d’autore di questo ultimo libro, Stefano ci racconta dell’incontro fra Sergio Leone e Clint Eastwood.

      “Anni fa, Sergio Leone vide un giovnotto smilzo in un serial televisivo “Rawhide”. Leone cercava il protagonista di “Per un pugno di dollari” e per quindicimila dollari, il ragazzo di quel tv movie varcò l’oceano per giungere a noi. Al giovanotto Sergio mise un sigaro in bocca per renderlo più truce. I due si conobbero ma il ragazzo non parlava una parola di italiano, sapeva solo dire ciao. Sergio Leone non spiccava una parola di inglese ma i due grazie all’interprete, entrarono in perfetta sintonia. “Al mio mulo non piace la gente che ride” fu il biglietto da visita di un personaggio che ben presto sarebbe diventato famoso ovunque così come lo stesso Leone. Il giovane attore americano, dormiva in Almeria dentro una Fiat 500 e tra una pausa e l’altra della sua pennichella, indossava il poncho, infilava il sigaro in bocca e faceva sudare il messicano Ramon (Gian Maria Volontè) sbucando da una nube di polvere dopo l’esplosione con la dinamite.”.

Certo che il Sig. Eastwood non ha scelto l’auto più comoda per la siesta… probabilmente anche lui è stato conquistato dal suo fascino e ha deciso di fare amicizia con la piccola utilitaria per assaporare fino in fondo la sua esperienza europea. Davvero una bella differenza dalle mega-cadillac a cui era abituato negli USA!