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Progetto K Automodelli

Progetto K Automodelli è stata una società italiana di modelli in pressofusione.

I soggetti erano solitamente auto italiane dagli anni ’50 agli anni ’70.
La massima parte era pressofusa in plastica o resine. Alcuni avevano basi die cast, altre in plastica.
All’inizio i modelli furono prodotti a Roma, poi la fabbrica principale fu trasferita a Sesto Fiorentino, a nord di Firenze. I primi modelli uscirono nel ’77,  mentre l’ultimo è del 2011.
La Progetto K fu avviata da Fabrizio Petrucci, che in precedenza aveva realizzato una varietà di riproduzioni in resina sotto il nome King Model, con base a Centocelle, Roma (dove era ubicato il suo negozio). Egli stesso è riconosciuto come uno dei primi modellisti per la scala 1/43 per i collezionisti, avendo riprodotto auto degli anni ’30-’50, Alfa Romeo e Fiat.
Pur essendo una piccola azienda familiare, la Progetto K ha ottenuto risultati soddisfacenti in termini di produzione dei modellini in pressofusione, al pari di realtà come Rio-Models, Brumm o Vitesse. Ciò, tra l’altro, operando in un’area geografica insolita, vista l’ubicazione delle altre Case (site nelle vicinanze di Milano).
I marchi italiani che ha preferito sono Alfa Romeo, Fiat, Lancia, Autobianchi, Ferrari e Maserati. Soprattutto le Alfa Romeo venivano offerte con variazioni di colore, linea e versioni corsaiole.
I modelli Fiat erano la Berlina 1100 anni ’50, 600 D, 750 D, Abarth, variante SEAT, 850 Sport Coupé, Abarth 1300, Campagnola, Dino Spyder e Ritmo.
L’unica 500 che fu prodotta in edizione limitata è quella in foto. Si tratta di una Abarth 595 SS numero di catalogo PE 040, Rieti- Terminillo 1975, su basetta in plastica azzurra con box trasparente e scatola di cartoncino.
Non ricordo l’anno di produzione, sicuramente siamo dopo il 2006, visto che sul catalogo che ho trovato e che è antecedente a quell’anno, il modello non vi era raffigurato.
Purtroppo anche questa Casa è stata vittima della crisi economica globale e nel 2011 ha chiuso i battenti. Da quel momento la Progetto K è entrata nel gruppo Pego Italia. La cessazione dell’attività è attribuita alla concorrenza dei Paesi asiatici per il basso costo della mano d’opera.

Chi avesse notizie più precise o volesse approfondire questo ed altri argomenti, ricordo che la mia email è lorenzo500pc@alice.it.
Foto delle collezioni di L. Achilli e C. Mattioli

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