:woohoo: Fantastico!! :woohoo:
Bellissimo…
E’ questo? :woohoo:
“La Valle del Vanoi: In 500 sui tornanti del San Martino”
Questo è senz’altro il titolo che vorrei assegnare a questa “passeggiata” che vado a proporre agli amanti dei percorsi in montagna.
Prendendo il nome dall’omonimo torrente, che ricco d’acqua scorre a fondovalle, questa valle, nelle varie edizioni del famoso Rally, è sempre stata scelta dagli organizzatori quale scenario di impegnative “speciali”, visto il particolare snodarsi delle strade, lungo i pendii dei monti dolomitici ove questa valle rimane incastonata.
Collocata nel Trentino Orientale ad un passo dalla provincia di Belluno, rientra nel comprensorio turistico di S. Martino di Castrozza, Primiero e Passo Rolle, ed è sempre stata identificata come “il cuore verde del Trentino”.
Raggiungere la zona, specialmente per chi come me proviene dall’Emilia Romagna, può non essere una semplice passeggiata; per chi risiede il Liguria o Piemonte la meta pare decisamente distante, ma ricordiamo che con una 500, se si ha il giusto tempo a disposizione, è perfettamente fattibile…
Ammetto d’esser molto affezionato a questi luoghi, mia madre è originaria della vallata, e da piccolo vi ho trascorso spensierate estati.
L’itinerario consigliato è la A21, da Piacenza (io parto da qui), in direzione Brescia e successivamente la A4 in direzione Venezia, fino all’intersezione con la A31 (della Valdastico) con uscita finale a “Dueville” in provincia di Vicenza, (per la precisione alla frazione Passo di Riva).
Da qui si mantiene la direzione Trento, si percorre la S.S. 47 (della Valsugana) per una trentina di Km, fino a quando compare la prima indicazione stradale per S. Martino di C. – Vanoi.
Con l’andare del tempo, queste vie di comunicazione, sono migliorate all’inverosimile: raddoppi di carreggiata, sottopassi, tunnel ecc, ma per sfuggire un po’ il pericoloso traffico, (e per rispolverare gli itinerari che percorrevo da bambino), anziché abbandonare la “47” in prossimità della giusta indicazione, proseguo per un ulteriore tratto ed esco all’altezza di Primolano, arrampicandomi lungo la vecchia “strada dei forti”. E’ la prima vera salita: un susseguirsi di tornanti fiancheggiati dalle rovine di una vecchia fortezza militare, che abbarbicata sul costone, domina la val del Brenta.
Si raggiunge così la SS 50 (del Rolle) nel punto fuoriuscente il tunnel che by-passa “le scale” (vera denominazione della suggestiva salita), da qui la direzione è Feltre – Cortina d’Ampezzo, e successivamente, nei pressi di Fonzaso (BL), devio per “S. Martino di C. – Vallata del Vanoi”, (sempre ben indicato dalla segnaletica).
Da questo momento, si inizia ad assaporare la montagna vera! Gallerie (sempre ben illuminate e mantenute), salite, curve con poca visibilità ed alti muri di contenimento in sasso.
Siamo quasi arrivati: oltrepassiamo la provincia di Belluno, una manciata di Km, ed arriviamo ad un incrocio fondamentale, certamente non prima d’osservare in silenzio lo spettacolo naturale delle Pale di S. Martino che da qui ci compaiono oltre il parabrezza.
Proseguendo dritto alla rotatoria ci si dirige verso il Primiero – S. Martino e verso il Rolle; tenendo la sinistra si fa ingresso nel lungo moderno tunnel realizzato nei primi anni ’90, che oltrepassando il monte Totoga, sbuca diretto nella vallata meta del mio viaggio.
Prima della costruzione del traforo, vi si giungeva solamente percorrendo una vecchia strada militare (soprannominata Cortella) scavata nella roccia e pericolosamente a strapiombo sugli aspri dirupi che caratterizzano il Vanoi in quei tratti, oppure scavalcando il Passo Gobbera, che più tardi andremo a visitare.
Dunque, fuoriusciti dalla bella galleria, arriviamo a Canal San Bovo, capoluogo e centro civico della vallata. Fanno complemento al comune le frazioni Caoria, Prade, Zortea, Ronco ed altre minori, tutte immerse nel verde ed in apparente casualità sparpagliate fra i boschi di conifere e le numerose faggete sparse su territorio.
Morfologicamente ci troviamo lungo la Catena del Lagorai.
“mappa della passeggiata”
Dunque, qui a Canal San Bovo (750 s.l.m.), il parziale del contachilometri, azzerato a Piacenza, ora ne segna 305, ed un po’ di stanchezza comincia a farsi sentire…
Una passeggiata che è perfettamente possibile da farsi tutta d’un fiato, ma chiaramente l’ideale sarebbe prendersela comoda e pernottare in loco, in uno dei numerosi agriturismi sparsi sul territorio. Non mancano B&B ed affitta-camere, oppure in uno dei (pochi) caratteristici alberghi.
Parte ufficialmente il mio tour: dal capoluogo sito a fondovalle, mi dirigo alla volta della frazione Caoria, alle pendici del monte Cauriol (2491 s.l.m.). Questi luoghi, sono stati teatro di interminabili combattimenti durante la Grande Guerra ed a ricordo di coloro (di entrambe le parti) che hanno perso la vita, sono dedicati monumenti, un cimitero militare e nel centro del piccolo borgo anche un museo, ove sono esposti residuati, cimeli ed effetti personali dei soldati che quassù combatterono.
Superato l’abitato si incontra una bellissima chiesetta in puro stile nordico. All’interno dipinti su legno di un artista locale risalenti alla metà del secolo scorso.
“la 500 in posa alla chiesetta del Pront”
La strada asfaltata termina presso località Refavaie, dove ha sede un rifugio/ristorante in stile con laghetto attrezzato a pesca sportiva per grandi e piccini.
In avanti, il percorso continua su strada demaniale, ma interdetto al traffico veicolare, salvo un breve periodo estivo per recarsi alla malga agrituristica Fossernica a quota 1777, che è meglio raggiungere con un fuoristrada; sconsigliato avventurarsi con una 500 (specialmente le rasoterra), anche se un tempo mio nonno, in mancanza d’altro, saliva quassù con la sua “F”.
Da qui poi partono decine di sentieri che attraversano boschi ed alpeggi, da affrontare a piedi oppure in bicicletta, e nella stagione invernale, con sci o ciaspole. Non sono vette estreme, gli itinerari sono adatti a tutta la famiglia.
“veduta dalla malga della strada demaniale”
La catena montuosa che ad Ovest sovrasta la valle, la separa dalla Valsugana (val del Brenta) e la si raggiunge scavalcando il passo Brocon a quota 1616 s.l.m. Negli anni del “vero” Rally di S.M. Il passo è sempre stato una prova speciale, pertanto la tentazione di affrontarla col cinquino è irresistibile…
“in 500 sui tornanti del Rally”
Una quindicina di Km tutta curve, muri, tornanti che ruotano a 180°, rettilinei in falsopiano, una chicca!! Immaginare le gesta di Munari o Bettega al volante di Lancia HF, Stratos, 124 Rally, esalta la guida. Il passo si raggiunge in una mezzoretta e l’aria è decisamente salutare.
“al passo”
Fra i tanti panorami che si possono osservare visitando il Vanoi, merita certamente puntare a lago di Calaita (1605 s.l.m.). Spostato nella parte più orientale della valle. Lo si raggiunge da Canal S. B. tramite la “comunale”, che attraversa le frazioni di Prade, Zortea e Cicona, con una strada a tornanti e repentini saliscendi ogni qual volta si incrociando le valli formate dai i torrenti minori, prima di “navigare a vista” verso il massiccio dolomitico delle Pale di S.M. Tramite un lungo rettilineo.
“il rettilineo che conduce alla salita per il lago”
Una salita impressionante (che ho superato in 1° marcia) conduce a Calaita, dove, circondato da rocce porfiriche, troviamo questo piccolo invaso idrico naturale che da vita ad un panorama da cartolina, specialmente se il tempo è clemente e l’acqua crea un suggestivi riflessi. Oltre le Pale, che fanno da sfondo, la più famosa Val di Fiemme, collegata tramite una strada sterrata non percorribile dai mezzi a motore per la salvaguardia del territorio, (totalmente rientrante nel Parco Naturale “Paneveggio/Pale di S. M.”), ma costituente l’ennesimo itinerario panoramico ciclopedonale ed ippovia.
Nella stagione invernale, quando le temperature scendono sotto lo zero, il lago diviene una grande pista di pattinaggio su ghiaccio… Sulla sponda si trova anche un bellissimo ristorante tipico.
“veduta del lago con il ristorante”
Ho percorso le strade del Vanoi in occasione della mia partecipazione all’ 11° raduno 500 del Primiero, tenutosi nella cittadina di Fiera di Primiero, che ho raggiunto dal passo Gobbera a m.1000 s.l.m.
Gobbera è un’ulteriore frazione del comune, vi si trova un albergo ristorante ed è sempre stato un punto di passaggio per i valligiani che si recavano nel Primiero.
[i]“benvenuti in località Gobbera”
[/i]
Anche da questa frazione partono diversi sentieri che conducono alle cime delle montagne circostanti. Da segnalare la scalata (adatta anche ai meno esperti) al monte Totoga (1705 s.l.m.) dove ancora si possono visitare le cavità scavate dai militari nella roccia durante il conflitto ’15-’18 per dar sede ad una fortezza d’artiglieria.
Sempre da questo punto è possibile raggiungere anche la piccola chiesetta di S. Silvestro che essendo sull’opposto versante del monte, domina la valle del Fiume Cismon; scendendo dal passo, la chiesetta è visibile in lontananza.
Scollinato il passo si ridiscende verso il Primiero tramite un’altra bella scorpacciata di tornanti e ci si dirige verso San Martino.
[i]“in discesa verso il Primiero, sullo sfondo la chiesetta di S. Silvestro”
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Queste le “passeggiate” principali, ma vi sono molte altre arterie secondarie che ad anello adornano questo comprensorio che per una serie di motivi rimane meno blasonato delle confinanti località più note, ma che ha saputo mantenersi quasi immutato nonostante il passare dei decenni.
Per coloro che cercano un soggiorno caratterizzato eventi mondani e divertimenti notturni, il Vanoi, non è certo l’ideale.
Consigliato invece a chi ha famiglia, a chi ama la montagna pura; per patiti (e principiante) delle mountain bike. Per quelli che vogliono stare a contatto della natura e ne sanno accettare le eventuali scomodità…
E poi, perché no?!? anche per chi ha intenzione di stare in vacanza risparmiando qualche cosa…
Ormai anche questa solitaria vallata è giunta “in rete”.. Per chi vuole approfondire, può provare a digitare su internet i nomi propri delle varie località.
Veduta della valle verso Ovest, in lontananza il monte Cauriol, più sotto il ponte sul Vanoi, ricostruito dopo l’alluvione del 1966
[i]La 500 sul lungo il citato ponte: sullo sfondo Canal San Bovo ed il massiccio del Totoga
[/i]
Opposta visuale dallo stesso punto
[i]Tornanti e curve in salita e l’arrivo al Brocon
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Il lago di Calaita ritratto dal versante delle Pale ed in un suggestivo scatto invernale
In rientro dal lago, la bella giornata permette di vedere il passo Brocon, il piccolo altopiano in alto sulla sinistra
Una “sorellina abbandonata” fotografata in prossimità di loc. Gobbera
Cartolina anni ’60 con indicate le cime più importanti (in rosso) e le località d’interesse (blu)
Il sole del mattino spunta oltre le vette e la stazione sciistica, sempre sul passo
In discesa verso fondovalle
Scriverti grazie è semplicemente riduttivo, mi hai fatto vivere quei luoghi e per di più a bordo della 500.
Grazie tante Alessandro, speravo questo lanciando questo topic. 🙂 🙂
E’ il resoconto del mio “giretto” sulle Dolomiti, completato con la partecipazione al raduno regolarmente a calendario del Club.
La valle è un po’ la mia seconda casa. Percorrerla con una 500 è veramente bello…
Farsela con la Alfa 1300 GT Junior… (?!?) “Passeggiata ai limiti della fibrillazione cardiaca” :cheer: 😉
Vi sono grato degli apprezzamenti 😉
Ciao Ale,
riguardavo le tue belle foto, che voglia di montagna mi hai fatto venire……….
🙂
Beh! Allora mi permetto di aggiungere qualche altra foto…
“Veduta della chiesetta di S Silvestro dal versante Cismon”
“Rifugio Refavaie”
“Veduta di Canal S Bovo”
“Museo della Grande Guerra a frazione Caoria”
All’esterno del museo è esposto un pezzo d’artiglieria risalente al 1916…
…non mi sono sfuggiti un paio di particolari… 😉
Posti incantevoli e ricchi di storia, importanti quelli che ricordano il primo conflitto mondiale.
In occasione di un corso di lavoro che si teneva a Trieste sono riuscito a visitare Redipuglia, impressionante.
Grazie Ale. 🙂
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