Fiat 500 CAP Scoiattolo 1970

Forum Forum 500 Club Italia Il restauro della mia 500 Fiat 500 CAP Scoiattolo 1970

  • Questo topic ha 367 risposte, 29 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 07/06/202402:28 da Ale74Pc.
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  • #544301
    Ale74Pc
    Partecipante

      Come cita il sito ufficiale del Fiat 500 Club Italia, sono esentati dal montaggio delle cinture di sicurezza i veicoli usciti nuovi di fabbrica se non

      “…predisposti sin dall’origine con gli specifici punti di attacco e delle relative predisposizioni di montaggio”.

      Sullo Scoiattolo non vi è alcuna predisposizione, nemmeno gli attacchi sui montanti laterali. :pinch:
      Tuttavia (esclusa la poco fruibile maniglia sulla plancia), vista l’assenza nell’abitacolo di punti a cui reggersi durante la marcia, abbiamo pensato di installare ugualmente i dispositivi di ritenuta, almeno per gli occupanti anteriori. B)

      Nella nostra scorta ricambi, avevamo a disposizione una serie completa di cinture provenienti da una 500 demolita, ma non rispondevano esattamente a ciò che stavamo cercando. :blink:
      Trascorso il tempo utile senza incappare in nessun colpo di fortuna, ci siamo rassegnati alla ricerca in rete…
      Tramite la piattaforma “E bay” e grazie all’aiuto di lattea75, abbiamo acquistato una coppia di cinture statiche “Blitz”, nuove, mai montate ed ancora conservate nelle confezioni dell’epoca, nonché corredate della bulloneria di montaggio;
      queste facevano proprio al caso nostro. 😉

      Gli agganci a fibbia e la trama grigia delle cinghie, le rendevano ideali per auto sportive, ma a noi è principalmente piaciuto il contrasto cromatico con il nero totale dell’abitacolo.
      In secondo luogo, ma non per importanza, abbiamo valutato il lato funzionale dell’equipaggiamento: affrontando percorsi sconnessi, in forte discesa, oppure viaggiando senza sportelli, meglio assicurarsi saldamente ai sedili. 😉
      Dal punto di vista tecnico, gli unici punti di ancoraggio sfruttabili erano i quattro fori sui pianali, compatibili soltanto con cinture di sicurezza subaddominali a due punti…
      Ma come si vede nella foto precedente le “Blitz” acquistate erano a “3” punti…
      :dry:
      Ci siamo allora rivolti ad un artigiano di fiducia, che tagliato le “parti lunghe sul piantone”, ha ricucito le cinghie attorno le linguette di aggancio, trasformandole in cinture a due punti.

      Per il montaggio ci siamo avvalsi di staffe a 90°, imbullonate direttamente ai fondi che poi abbiamo fatto fuoriuscire dal rivestimento in gomma attraverso dei tagli.

      Per una miglior ripartizione dello sforzo, sull’intradosso dei pianali abbiamo applicato delle piastre in acciaio. 😉

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      #544306
      Ale74Pc
      Partecipante

        Sulle facciate interne delle scatole di cartone sono stampate le istruzioni di montaggio, state molto utili per risalire alla giusta sequenza della bulloneria. 😉

        Abbiamo fissato ciascun supporto delle cinture sulle corrispettive staffe con le viti originali; queste ultime si dimostrano di ottima qualità e dotate di una ingegnosa sagomatura, che ne permette il montaggio anche in spazi limitati.
        La rotazione della testa prima di serrare il dado, permette collocare il supporto ben a ridosso del tunnel.

        L’ampia escursione delle Blitz, permette di adeguarle a qualunque passeggero, oppure bloccare i sedili in posizione orizzontale.

        Le omologazioni sono probabilmente scadute, ma in fatto di sicurezza, visto il tipo di veicolo, pensiamo che questo possa essere il minore dei problemi.
        😉

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        #544307
        Lampa
        Partecipante

          Bravo fratello Alessandro da Placentia!
          Fora et labora
          :laugh:

          #544324
          Ale74Pc
          Partecipante

            Le 500 Scoiattolo 4×2 derivano tutte da autotelai 110F. Nel 1969 la produzione prevedeva i differenti modelli EFFE ed ELLE, per questo motivo, medesimi esemplari CAP potevano avere parti provenienti dai due tipi di Fiat 500, come è il caso dei sedili.
            Sulla nostra macchina abbiamo volutamente seguito una certa impostazione “500F”; purtroppo si è dovuto rinunciare alla tappezzeria con le lunette bianche, ci sarebbero piaciute tantissimo, ma nel 1969 erano già fuori produzione… 🙁

            Anche il divano posteriore è lo stesso delle berline, ci eravamo però accorti che le due cerniere dello schienale posteriore avevano subito un avanzamento di almeno 40mm, mediante una modifica artigianale. :huh:
            È solo grazie a Roberto ed al Registro Storico Scoiattolo che comprendavamo che i tubi quadri saldati al pianale facevano parte della trasformazione CAP. :woohoo:
            La funzione di avanzare le cerniere dello schienale è quella di ricavare un piccolo vano fra la panca ed il parafiamma, ove poter riporre gli sportelli dopo averli rimossi. 😉

            E pensare che durante le lavorazioni sulla lamiera della scocca, un sedicente “guru dei restauri”, sopraggiunto in carrozzeria, aveva consigliato di tagliare tutto e ripristinare l’originalità di serie… 😆
            Meno male che non lo abbiamo ascoltato, anzi, speriamo che che possa leggere queste pagine ed imparare anch’esso. 😉

            Quindi il restauro è stato totale, con sabbiatura dei telai, riverniciatura, revisione di tutti i particolari e ripristino delle imbottiture.

            Complessivamente il risultato ci soddisfa. 🙂

            Con l’interno completato, risalta ulteriormente il contrasto delle cinture, molto Anni ’70, compreso il dettaglio delle fibbie 😉

            Tutto questo nero sarà comunque da mitigare con dei tappetini colorati.
            😉

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            #544331
            Ale74Pc
            Partecipante

              Al posteriore, prendendo spunto dal restauro di Lampa, abbiamo fatto zincare i telai a molle interni 😉

              e lasciato i passaruota a vista, segno dell’essenzialità del veicolo, anche se in realtà non è certo se in origine fossero rivestiti oppure no.

              In apparenza si direbbe che potremmo aver commesso un errore nel fissare il ferretto di supporto… :unsure:

              Ma la posizione è corretta. 😉 L’elastico non rimane teso quando lo schienale è in posizione di riposo e lo spazio dietro di quest’ultimo non è utilizzato.

              In fine, come sempre, il collaudo finale è spettato al tenero Fiocco. :laugh:

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              #544484
              Ale74Pc
              Partecipante

                Come le tradizionali berline, anche lo Scoiattolo usciva di serie con le classiche ruote in acciaio da 3,5″ abbinate alle coppette inox delle “Effe”.
                In via opzionale Arrigo Perini offriva la possibilità di avere la 500 C.A.P. arricchita da cerchi in lamiera stampata Borrani e relativi pneumatici tassellati. :woohoo:

                Grazie ad un passaparola fra appassionati, diverso tempo fa, riuscivamo ad accaparrarci quattro di queste bellissime ruote a cui ne aggiungevamo una quinta che avevamo già in casa, completando la “cinquina”… 😉
                (vedere pag. 7)
                Immediatamente sottoposte a sabbiatura e verniciatura in carrozzeria, avevamo archiviato i cerchioni in attesa del momento giusto.

                Il restauro ha portato poi alla luce dei dettagli interessanti, come la stampigliatura della misura (12×4,00) e la data di fabbricazione: Aprile 1970; volendo compatibile con l’immatricolazione della macchina. 😉

                Per il capitolo gomme ci siamo rivolti ad un Punto Amico: il titolare ci ha procurato un treno di pneumatici M+S dotati di battistrada adatti allo Scoiattolo.
                Sono sicuramente un buon compromesso per un utilizzo 50% strada e 50% fango.
                Si tratta di copertoni rigenerati che in gergo fuoristradistico li potremmo tranquillamente definire “ignoranti”. 😆

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                #544489
                Ale74Pc
                Partecipante

                  Non avendo ancora lo Scoiattolo marciante, abbiamo pensato di provare in anteprima le gomme sulla 500 berlina. :cheer:
                  In questa configurazione, vista di lato, la nostra PC16 acquista un tono più sportivo, malgrado le ruote in stile “off-road”. 😉
                  Il disegno del battistrada ricorda le vecchie “Uniroyal Plus”, gomme da neve un tempo molto diffuse.

                  Abbiamo eseguito il test lungo un percorso ad anello di circa 40Km, comprensivo di un bel tratto non asfaltato.
                  Buono il “grip” e tutto sommato gradevole il comportamento su strada, caratterizzato però da una inevitabile rumorosità di rotolamento, ma fa parte del gioco… 😉

                  Esame estetico sicuramente superato, per il giudizio tecnico finale ci riserviamo ulteriori Km, ma da percorrere con lo Scoiattolo…
                  Procederemo quindi alla installazione.
                  😉

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                  #544503
                  drago500
                  Partecipante

                    Le gomme hanno un bel disegno del battistrada, le vedo proprio adatte ad un veicolo particolare come lo Scoiattolo, ed i cerchi Borrani da 4″ daranno una maggiore impronta a terra, oltre ad essere sicuramente più robusti dei “cerchietti” di serie.

                    🙂

                    #544505
                    Ale74Pc
                    Partecipante

                      Ciao drago, grazie dell’intervento.
                      Aggiungo che i canali di ½” più larghi su ogni ruota, sommato poi ad un minor “ET” dei cerchioni, allargano leggermente le carreggiate, facendo guadagnare stabilità.

                      Gli pneumatici sono 125 R12 rigenerati e grazie ad una spalla generosa calzano perfettamente dritti sui cerchi da 4″ senza alcun rischio di interferenze coi passaruota.
                      Non nascondo che la scelta è giunta dopo diversi tentativi di recupero dei classici copertoni artigliati da neve anni ’70.
                      Purtroppo è tutto fuori produzione, ma alla fine questi “Plus” mi hanno convinto.
                      Ideali anche come pneumatici invernali per le normali 500. 😉

                      #544692
                      Ale74Pc
                      Partecipante

                        Trasferimento col rimorchio in officina 🙂
                        Abbiamo ancora un vano da riempire…

                        Lo Scoiattolo trascorrerà un po’ di tempo in buona compagnia: Lancia Fulvia Coupé, Fiat 600, Fiat AR76, Abarth OT 1000 e Triumph Spitfire :like

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                        #544714
                        Truvlino
                        Partecipante

                          Accidenti che officina :like :like sarebbe da visitare come un museo.

                          #544733
                          Ale74Pc
                          Partecipante

                            Ciao Giuliano. 😉
                            Si, in quella officina la maggior parte delle sottoposte a “cura” sono auto storiche, dalle più comuni 500 e 600, alle inglesi Austin/Healey, Triumph, MG, fino alle americane Cadillac e Pontiac.
                            Accoglienza e cortesia sono una prerogativa dei titolari, ma i “turisti” che che entrano ed assumono atteggiamenti prolissi o propongono laute perdite di tempo, talvolta vengono indirizzati verso altri orizzonti 😆 😆

                            #545608
                            Ale74Pc
                            Partecipante

                              Novembre/Dicembre 2023

                              Lo smarrimento dei documenti, avvenuto al tempo in cui lo Scoiattolo era ancora in possesso al primo proprietario, ha comportato l’inevitabile duplicato della carta di circolazione ed i successivi passaggi di proprietà ci hanno portato ad avere una macchina con un libretto nuovo tipo.
                              La stessa sorte non è fortunatamente toccata alle targhe, rimaste quelle di prima immatricolazione del 1970. 😉
                              Purtroppo l’incuria e l’esposizione agli sbalzi termici avevano causato una forte deformazione della targa posteriore, situazione coadiuvata anche dalla assenza del foglio paracalore all’interno del cofano motore, forse nemmeno previsto dalla fabbrica.

                              Oltre ad un vistoso rigonfiamento centrale, il problema stava in una crepa che si era aperta verticalmente. :unsure:

                              Fin da subito avevamo in programma di sperimentare il “metodo Costa”, visto nel restauro della sua 500F del ’68. 🙂

                              Ci abbiamo provato anche noi: con una teglia da forno di una vecchia stufa economica, col fondo perfettamente piano e sufficientemente ampia da contenere la targa posteriore.
                              La abbiamo fermata sulla morsa in posizione orizzontale dopodiché, riempita con acqua.
                              Successivamente, impiegando un cannello a GPL abbiamo iniziato a scaldare l’acqua nella teglia.

                              Il freddo del tardo pomeriggio mi ha invogliato a sfruttare la fiamma per un caffè. :cheer:
                              Sappiamo che le officine serie hanno sempre un disimpegno dedicato, magari dotato di una macchinetta a cialde….
                              La nostra è una semplice autorimessa dilettantistica, per cui ci accontentiamo di una spartana moka scaldata sul banco. 😉

                              E mentre sorseggio dalla tazzina e Fiocco si gustava un biscottino, giunge il momento della prima immersione: cominciamo dalla piccola.
                              Non occorre portare a 100° l’acqua, anzi, temavamo che il ribollire potesse in qualche modo causare fluttuazioni e disturbare il lavoro.
                              Adagiando nell’acqua bollente la targa, questa assume una forma naturalmente piana. Funziona! :woohoo:
                              Ci si può eventualmente aiutare con un utensile per pressarla bene sulla superficie del fondo, ma sempre con delicatezza. 😉

                              Abbiamo atteso poi il suo naturale raffreddamento prima di estrarla perfettamente dritta. 😉

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                              Ale74Pc
                              Partecipante

                                Riscaldando ulteriormente la teglia siamo passati alla posteriore.
                                L’elevata temperatura dell’acqua rende la targa molto malleabile ed è possibile farle assumere la forma voluta. 😉
                                In questo caso, oltre ad averla appiattita, abbiamo costretto al contatto i due lembi dello strappo. :like

                                A raffreddamento avvenuto, sul retro abbiamo incollato dei sottili pezzi di gomma telata: una assicurazione contro la riapertura della “falla”. 😉

                                Il ritocco dei numeri è stata una scelta di conseguenza; consapevoli d’aver commesso una manomissione, ci siamo limitati a ravvivare le cifre con un tocco di smalto bianco che abbiamo dato a spugna.
                                Avendo camuffato le sequenze alfanumeriche delle targhe, speriamo che le immagini possano comunque rendere l’idea del risultato.. 😉

                                …Un risultato che per noi meritava di essere “incorniciato”, ma per non discostarsi dallo stile rustico del veicolo, si è optato per una coppia di portatarga in plastica nera anziché le più raffinate cornici inox che in genere si vedono sulle berline.
                                Non si pensi che queste siano andate a posto con le sole quattro viti. Praticamente le abbiamo dovute plasmare sui bordi andando ad eliminare le differenze di planarità.
                                Sul cofano motore la abbiamo poi distanziata grazie ad una sottile lamiera e quattro spessori in gomma. 😉

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                                Ale74Pc
                                Partecipante

                                  Completiamo gli accessori del cofano con il proiettore luce targa, il cui restauro è già stato illustrato a pag. 12. 😉
                                  Ripristiniamo il collegamento elettrico della lampadina sulla falsariga dei modelli originali, anche se in realtà questa parte di impianto, presumiamo dovesse essere improvvisata in stabilimento o comunque rifatta in fase di allestimento dei veicoli.
                                  Posizioniamo la guaina verde scuro a protezione del cavo giallo che abbiamo cannibalizziato dal cablaggio originale; la facciamo passare attraverso le asole saldate all’interno.
                                  Aggiungiamo un gommino passacavo nel foro predisposto e montiamo il fanale. 😉

                                  Cerchiamo ora di installare il pannello paracalore a protezione della targa, anche se non sappiamo se in origine ve ne fosse mai stato uno.
                                  Sfruttando il bullone M6 del cordino di ritegno, applichiamo una forcella in acciaio che ci siamo autocostruiti: punto di attacco n°1. 😉
                                  Pratichiamo sull’isolante due fori in corrispondenza dei prigionieri della plafoniera; saranno gli altri punti di attacco, grazie ai manicotti filettati M5 che siamo andati a sovrapporre ai dadi.

                                  Tramite due viti il termoisolante è ben vincolato al cofano motore. 😉

                                  Bene. Possiamo girare il cofano 🙂

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