di Moreno Fiordi
Domenica 4 ottobre 2020 il coordinamento di Prato ha organizzato una gita tra amici cinquecentisti, e nonostante il meteo promettesse pioggia, che poi puntualmente è arrivata, quasi tutti hanno voluto partecipare: difatti nei pressi del palasport di Prato si sono radunate una ventina di bicilindriche e una cinquantina di amici.
Alle 9.30 partenza in direzione Lago di Suviana, valicando l’appennino tosco-emiliano da Montepiano (PO) a Castiglion dei Pepoli (BO), attraversando prima il lago di Brasimone.
Due brevi note su questi due laghi, che in realtà sono bacini idroelettrici realizzati costruendo delle dighe già agli inizi del novecento da Ferrovie dello Stato, poi negli anni settanta l’Enel ha ampliato le centrali che attualmente gestisce.
I due bacini sono collegati mediante delle grandi condotte d’acqua, che sfruttando la differenza di quota tra i due bacini travasano l’acqua da Brasimone a Suviana, l’energia prodotta però viene usata sono nei picchi di massima richiesta, tant’è che nelle ore di “riposo” le turbine, reversibili, ripompano l’acqua nel bacino di Brasimone ricostituendo la riserva.
Detto questo torniamo alla nostra gita: abbiamo lasciato Prato verso Vaiano, Vernio, Montepiano e Castiglion dei Pepoli, siamo già in Emilia. Attraversiamo il lago di Brasimone transitando sulla diga e poi ci concediamo una breve sosta a Baigno (frazione di Camugnano) per una ricca colazione in montagna. Piove sempre e fa anche freddino, solo il nostro intrepido “sceriffo”, al secolo Francesco Zerbo, resiste in maniche corte. Viaaa, si riparte verso la meta finale, Lago di Suviana presso il ristorante la Spiaggetta, dove il titolare ha riservato il parcheggio per le nostre mitiche cinquine.
I miei collaboratori solertemente hanno allestito i tavoli sulla terrazza, però al coperto (piove ancora), per l’aperitivo offerto dal coordinamento, a base di prosecco e salatini.
Giunge l’ora del pranzo, si parte con un ricchissimo antipasto dove non possono mancare le tigelle e le crescentine, a seguire tortelli a volontà, diciamo che la cucina Emiliana ci piace parecchio. Dopo il dolce, caffè e ammazzacaffè, tutti ormai satolli ma sobri, scattiamo la foto di rito circondati dalle cinquine e riprendiamo la strada di casa, con la consapevolezza di aver trascorso una bellissima giornata tra amici che condividono la solita passione e che salutiamo tutti calorosamente ringraziando per la partecipazione, sicuri che di queste gite se ne potranno fare tante altre. Viva la 500!