› Forum › Forum 500 Club Italia › Piazza Pubblica › Dove e come si pagava il Bollo Auto…
- Questo topic ha 15 risposte, 8 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 14/12/202312:11 da riccardo.rabassini@gmail.com.
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19 Maggio 2020 alle 18:25 #479639FufuPartecipante
Veramente molto interessante, grazie mille! 🙂
19 Maggio 2020 alle 23:06 #479651gi.maPartecipanteDalla rete
Ho cercato i due decreti :
E’ una tassa introdotta gia’ nel 1953 con il Decreto del Presidente della Repubblica del 5 febbraio 1953, numero 39.
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1953/02/10/053U0039/sgNel 1955, stante la necessita’ per lo Stato di introitare parte del denaro necessario alla costruzioni delle autostrade e delle strade statali il testo precedente fu riformato dalla Legge 21 maggio 1955 numero 463.
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1955/06/08/055U0463/sg
24 Maggio 2020 alle 19:40 #479985Gens OrsinaPartecipanteNel sottoriportato mio intervento per un refuso ho scritto che per le le auto di piccola cilindrata la scadenza annuale della tassa di circolazione era dicembre e che l’importo si poteva pagare anche in due rate con scadenza giugno e dicembre.
Facendo mente locale mi correggo e preciso che in questi casi l’esatto termine dell’annualità era GENNAIO ma la stessa si poteva rateizzare in due semestri: GENNAIO e LUGLIO; prova ne è la copia del bollo che ha pubblicato Giancarlo (Gian56) in un altro topic che correttamente è gennaio 1972. Pertanto il giusto bollo, in originale o copia che sia, da esporre sulle nostre 5oo, per rispondere ai dettami dell’epoca non può che riportare l’indicazione di uno di questi due mesi, che ripeto sono: GENNAIO o LUGLIO.
Tanto dovevo per una corretta informativa.[quote=”Gens Orsina” post=359766]Il recentemente Topic riguardante la misura che avevano i vecchi bolli auto mi ha fatto tornare alla mente l’epoca in cui, ancora studente, nei periodi di scadenza della Tassa di Circolazione, venivo chiamato a dare manforte presso una delegazione ACI; cosa che mi consentiva di mettere in tasca qualche soldo.
Ricordo che le autovetture con potenza bassa di cavalli come le nostre 5oo (mi sembra fosse stabilito fino a 20 ma in questo potrei sbagliare) avevano il bollo con scadenza annuale a dicembre ma si poteva pagare anche in due rate semestrali: giugno e dicembre. Ed è per questo che non vedrete mai su una 5oo d’epoca un bollo originale esposto con scadenza aprile o agosto. Non ricordo con precisione quale fosse l’importo di allora; sicuramente a metà degli anni 70 si pagavano 7.130 lire.
Le autovetture di cilindrata maggiore avevano invece scadenza quadrimestrale vale a dire: aprile – agosto o dicembre e potevano pagarlo anche ratealmente ma non semestralmente come le 5oo, bensì per 4 o 8 mesi.
All’epoca l’unico ente riscossore era l’ACI – le Poste arriveranno qualche anno prima del 1980 – ma i suoi Uffici erano presenti solo nei centri maggiori per cui nel periodo di scadenza, ai residenti del luogo si aggiungevano tutte quelle persone che abitavano nei centri limitrofi e che giungevano al mattino presto munite, oltre che di libretto di circolazione della propria autovettura, anche di quelli in capo a parenti e amici. Si formavano così file interminabili che arrivavano fuori la Delegazione e tanta era l’affluenza che noi addetti allo sportello non facevamo in tempo ad “ammazzettare” i soldi incassati che ammucchiavano pertanto nel più totale disordine nel cassetto del bancone in legno. Quando la capienza veniva superata, arrivava il Ragioniere che prendeva le banconote, le ordinava, le contava e antro le 13,30 le portava in banca (fino al 1973 le banche erano chiuse il pomeriggio) o alla Tesoreria Centrale dell’ACI dove poteva ritirare i bollettari necessari per il giorno successivo.
Il salone dove operavamo era pregno del fumo di sigari e sigarette e l’errore più comune che noi addetti potevamo commettere – imputabile oltre che alla nostra distrazione, al più totale schiamazzo e confusione della folla – era quello di consegnare all’Utente un bollo con scadenza inferiore all’importo pagato o viceversa; ma se nel primo caso questi se ne accorgeva sempre e immediatamente, nel secondo i più facevano finta di nulla.
Va precisato che il bollo andava esposto in maniera visibile sul parabrezza anteriore della macchina ma la relativa matrice andava da noi timbrata con inchiostro indelebile e incollata nelle apposite pagine presenti nel Libretto di Circolazione; alcuni di voi che hanno il libretto dell’epoca sanno di cosa parlo.
Quando si veniva fermati dalle Forze dell’Ordine, gli Agenti controllavano maggiormente se il bollo era regolarmente esposto e la matrice presente sul Libretto di Circolazione; facevano eccezione le pattuglie della Guardia di Finanza che conoscevano perfettamente le tariffe in vigore e che pertanto verificavano anche queste.Mi auguro di non avervi annoiato ma il mio intento era quello di aver fatto conoscere a molti una piccola parte della storia dell’automobile inquadrandola in una stagione vecchia ormai di oltre mezzo secolo.[/quote]
25 Maggio 2020 alle 19:43 #480026Gens OrsinaPartecipanteSperando di non annoiarvi, continuo il mio racconto con qualche altro particolare.
Forse i più giovani di voi non sanno che nel momento in cui si andava in ACI (successivamente in Posta) per pagare la tassa di circolazione, se la macchina era munita di autoradio o anche solamente se sulla stessa era presente un’antenna (indice questo della possibilità di ricevere il segnale audio) alla somma calcolata in base ai cavalli fiscali si doveva aggiungere anche l’importo relativo al canone di abbonamento RAI.
In questo specifico caso il bollo era contraddistinto da una banda monocolore diagonale e le Forze dell’Ordine che ci fermavano, verificavano con attenzione se si era in regola con il pagamento anche di questa ulteriore gabella.
[i]Si noti nell’immagine (fonte Internet) la differenza tra il “semplice” Bollo Auto e lo stesso comprensivo del pagamento del Canone Abbonamento RAI e quindi con banda trasversale monocolore. Inoltre, all’interno del bordo circolare di quest’ultimo la scritta recita “Tassa di Circolazione e Autoradio”.
[/i]
Non ricordo con precisione l’anno in cui la tassa venne introdotta ma posso dirvi con certezza che è stata abolita il 1° gennaio 1998 contemporaneamente all’eliminazione dell’obbligo di esporre il bollo e di pagare la Tassa di Concessione Governativa che in gergo era da tutti conosciuta come “la marca sulla patente”; balzello che negli ultimi anni di vita era arrivata a costare 70.000 lire.Sotto la stessa data per calcolare la tariffa del bollo auto entrava in vigore quale base di calcolo il numero dei kW (kiloWatt) presente sul libretto di circolazione che andava moltiplicato per Euro 2,58.
I possessori dei vecchi libretti di circolazione sui quali non era presente questo dato dovevano assumere come base di calcolo gli HP che andavano moltiplicati per 0,736.Infine, dal 1° gennaio 2007 il bollo auto viene calcolato non più riferito alla sola potenza ma anche in base alla classe di emissioni: da Euro 0 Euro 4 – oggi fino a Euro 6.
Sotto la stessa data le auto di potenza superiore alla soglia minima di 100 kW debbono versare anche un’addizionale erariale – il così detto Superbollo – calcolato sulla base dei KW eccedenti la predetta soglia. Il superbollo può essere pagato solamente attraverso la compilazione del modello F24.Attachments:27 Maggio 2020 alle 12:01 #480160Gens OrsinaPartecipanteContinuo questo argomento con qualche altro particolare.
Quella che un tempo si chiamava “Tassa di Circolazione” nel 1982 prese il nome di “Tassa di Possesso” e ciò da allora sta a significare che quanto comunemente viene definito Bollo Auto va pagato per il solo fatto di possedere un autoveicolo anche se questo non circola su pubblica via
[i]Esempio di Bollo Auto del 1982 (Fonte Internet)
[/i]Con l’occasione, voglio inoltre citare un’altra data importante che è quella del 1° gennaio 1999 quando la competenza e la riscossione della Tassa di Possesso passò dallo Stato alle singole Regioni.
Esempio del pagamento della Tassa di Circolazione con aggiunta dell’Autoradio avvenuto a mezzo Posta (Fonte Internet)
Questo fu anche un anno di transizione tra la precedente organizzazione che fino a quel momento in capo al Ministero delle Finanze e la nuova che passava alle Regioni. Una circolare spiegava dettagliatamente come organizzare il travaso dei dati e nelle pieghe del decreto di attuazione ho peraltro trovato lo stralcio in cui si parla della particolare situazione delle auto storiche. La cito per lasciare traccia di un evento appartenente ad un mondo ormai passato: “…l’Automotoclub Storico Italiano, il Lancia Club per il Registro Storico Lancia, il Registro Fiat Italiano ed il Registro Italiano Alfa Romeo, ai fini dell’esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche, comunicano mensilmente, in via telematica o su supporto informatico, agli archivi regionali ed all’archivio nazionale delle tasse automobilistiche le targhe dei veicoli iscritti nel mese precedente nei propri registri e costruiti da oltre trenta anni e di quelli cancellati nel mese predetto dai registri medesimi. Il beneficio si rende applicabile dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al momento dell’iscrizione del veicolo nel registro storico, qualora il veicolo sia stato costruito da oltre trenta anni, o al momento del compimento del trentesimo anno per quelli precedentemente iscritti. Di tale comunicazione i Registri devono darne notizia agli interessati...”
Quasi certamente ai giorni nostri l’ASI e i Registri Lancia, Fiat e Alfa non sono più sottoposti a questo obbligo e non credo che le Regioni abbiano una banca dati aggiornata riguardante le auto storiche. Infatti da molti anni non esiste più la totale esenzione dal pagamento della tassa automobilistica per i veicoli di età superiore ai 30 anni ma per questi vige l’obbligo del versamento di una piccola somma annua a prescindere che siano iscritti o meno ad uno dei suddetti Registri e solo se circolanti. L’importo varia a seconda della Regione dove il proprietario ha stabilito la propria residenza con l’obbligo di avere a bordo la ricevuta dell’avvenuto pagamento che va mostrata alle Forze dell’Ordine in caso di richiesta.
Preciso infine che dal 1° gennaio 2015 gli autoveicoli sulla cui Carta di Circolazione risulta il riconoscimento da parte della Motorizzazione Civile che sono di Interesse Storico e Collezionistico e che hanno un’anzianità di immatricolazione compresa tra i 20 ai 29 anni, sono sottoposti all’obbligo annuale del pagamento della Tassa di Possesso ma ridotta del 50%,
Attachments:27 Maggio 2020 alle 13:54 #480165Andrea.Effe1965Partecipante[quote=”Gens Orsina” post=360138]
Preciso infine che dal 1° gennaio 2015 gli autoveicoli sulla cui Carta di Circolazione risulta il riconoscimento da parte della Motorizzazione Civile che sono di Interesse Storico e Collezionistico e che hanno un’anzianità di immatricolazione compresa tra i 20 ai 29 anni, sono sottoposti all’obbligo annuale del pagamento della Tassa di Possesso ma ridotta del 50%,[/quote]Non è dal 1° Gennaio 2019?
27 Maggio 2020 alle 14:34 #480184Gens OrsinaPartecipante[quote=”Andrea.Effe1965″ post=360143][quote=”Gens Orsina” post=360138]
Preciso infine che dal 1° gennaio 2015 gli autoveicoli sulla cui Carta di Circolazione risulta il riconoscimento da parte della Motorizzazione Civile che sono di Interesse Storico e Collezionistico e che hanno un’anzianità di immatricolazione compresa tra i 20 ai 29 anni, sono sottoposti all’obbligo annuale del pagamento della Tassa di Possesso ma ridotta del 50%,[/quote]Non è dal 1° Gennaio 2019?[/quote]
[b]Veicoli ultraventennali (per annualità dal 1° gennaio 2015)
La Legge 23 dicembre 2014, n.190 (Legge di stabilità per il 2015) all’art.1 comma 666 ha disposto modifiche dell’art. 63 della legge 342/2000.
A seguito delle citate modifiche, a partire dal periodo d’imposta decorrente dal 1° Gennaio 2015, tutti i veicoli (autoveicoli e motoveicoli) compresi tra i 20 e i 29 anni sono assoggettati alla normale tassa automobilistica regionale di possesso istituita con DPR. n. 39/1953 e disciplinata dalla legge n. 53/1983.[/b]
(Fonte ACI)27 Maggio 2020 alle 14:40 #480186drago500PartecipanteMolto interessante questo approfondimento, grazie Giovanni.
Questa tua ricostruzione arricchisce il Forum e tutti noi.🙂
28 Maggio 2020 alle 14:32 #480244Andrea.Effe1965PartecipanteAd integrare l’interessantissima discussione di Gens Orsina (che ringrazio per la pazienza nell’elaborare il suo discorso, cosi dettagliato e preciso) mi permetto di aggiungere questo rimando ad altra discussione del forum, a beneficio dei nuovi arrivati che sono in possesso delle cosiddette “youngtimer” o comunque di veicoli compresi tra i 20 ed i 29 anni……….
29 Maggio 2020 alle 11:24 #480282Gens OrsinaPartecipantePrima di continuare nel racconto, prendo spunto dall’intervento di Andrea – che saluto – sintetizzando a scanso di equivoci quanto previsto in materia di bollo per le autovetture con anzianità compresa tra i 20 e i 29 anni. Essendo queste colpite dalla Tassa Automobilistica Regionale di Possesso (e non di Circolazione) istituita con DPR. n. 39/1953 e disciplinata dalla legge n. 53/1983 hanno tutte l’obbligo di assolvere annualmente il pagamento a tariffa intera e ciò anche se non circolano su pubblica via. Detto questo – dal 1° gennaio 2019 – le sole auto rientranti in detto range di anzianità, ufficialmente riconosciute di Interesse Storico e Collezionistico, beninteso con questo importante dato annotato sulla relativa Carta di Circolazione e se non adibite ad uso professionale o utilizzate nell’esercizio di attività di impresa, arti o professioni e – infine – con tutti i predetti requisiti richiesti, dal primo giorno di decorrenza del periodo fisso annuale di imposta, beneficiano di uno sconto del 50% sulla tariffa prevista.
IL SUPERBOLLO SULLE AUTO DIESEL
Riprendo ora la storia dei Bolli Auto parlandovi del superbollo il cui costo ha gravato sui proprietari di vetture alimentate a gasolio per oltre 20 anni e che non era altro che una sovrattassa erariale sulle macchine Diesel.
Questo tributo venne introdotto il 1° gennaio 1977 nel tentativo di equiparare il prezzo della benzina con quello del gasolio, che in molti si ostinavano a chiamare con il vecchio nome di nafta. I proprietari di auto alimentate da quest’ultima tipologia di carburante si trovarono così da un giorno all’altro a dover pagare in aggiunta al costo del Bollo Auto, un importo pari a 12.000 lire a cavallo. Il Governo spiegò che l’introduzione della sopratassa si era resa necessaria in quanto il prezzo del gasolio era tenuto volutamente basso a salvaguardia del settore degli autotrasportatori e il beneficio non competeva ai privati cittadini.
“La Stampa” di Torino – 22 dicembre 1976
Chi di voi non si è cimentato all’epoca, nel calcolare il numero di chilometri che avrebbe dovuto percorrere annualmente con un’auto alimentata a gasolio per ammortizzare questa tassa che di contro non era dovuta per un modello analogo se funzionante a benzina?
Con l’entrata in vigore del superbollo diesel si allargò però il fenomeno – peraltro già in atto – dell’uso improprio del gasolio agricolo. Infatti per difendersi da questa imposizione arrivata all’improvviso nelle tasche degli italiani, altri automobilisti si aggiunsero alla schiera di quei disonesti che già frodavano lo Stato.
Nello specifico, grazie anche alla sconsiderata collaborazione di agricoltori consenzienti, qualcuno iniziò ad utilizzare per uso privato siffatta tipologia di carburante. Come forse sapete il gasolio destinato al settore dell’agricoltura gode infatti di un prezzo calmierato ma ne è vietato l’utilizzato per altri scopi. Per distinguerlo da quello tradizionale e poterne verificare il giusto uso, viene pertanto colorato di verde mediante aggiunta di una tintura. Naturalmente le Fiamme Gialle in quegli anni aumentarono i controlli anche su questo fronte e coloro che venivano sorpresi ad utilizzare impropriamente la predetta tipologia di carburante – così come i relativi complici – passavano guai seri con la giustizia incorrendo nel reato di truffa ai danni dello Stato.L’entrata in vigore del superbollo portò inoltre ad una diminuzione nelle vendite delle auto Diesel ma nonostante le lamentele delle case automobilistiche e dei possessori di questa tipologia di autovetture, si fece solo un gran parlare senza portare a casa risultati concreti,
Per dimostrarvi i tempi biblici che anche nei tempi andati erano necessari per fare marcia indietro in materia di imposizione fiscale, riporto qui di seguito un trafiletto dal titolo di per sé esplicativo, apparso in prima pagina de “La Stampa” di Torino, domenica 6 maggio 1979 e quindi dopo un paio d’anni dall’entrata in vigore della tassa…
Emblematico anche quest’altro titolo di un articolo apparso sulle colonne di “Stampa Sera” il 10 maggio 1980
Per l’eliminazione del superbollo sulle auto diesel si dovranno però attendere ancora 17 anni perché è solo nel 1998 che verrà definitivamente abolito e quindi dopo 21 anni dall’entrata in vigore.
Da allora e ancora oggi i mancati introiti di questa imposizione sono compensati dall’Erario con l’innalzamento alla pompa del costo del gasolio mentre gli autotrasportatori vengono ristorati tramite il rimborso dell’accisa indebitamente pagata.
Di seguito la cronistoria di questa tassa (Fonte Internet)
1- Con il Decreto Legge n. 691 dell’8/10/1976 convertito con Legge n. 786 del 30/11/1976 venne introdotto il superbollo sui veicoli alimentati a gasolio, l’importo di tale tassa venne fissato in Lit. 12.000 per Cv;
2- Con il Decreto Legge n. 936 del 23/12/1977 convertito con Legge n. 38 del 23/02/1978 l’importo di tale tassa venne fissato in Lit. 18.000 per Cv;
3- Con il Decreto Legge n. 953 del 30/12/1982 convertito con Legge n. 53 del 28/02/1983 l’importo di tale tassa venne fissato in Lit. 27.000 per Cv;
4- Con il Decreto Legge n. 3 del 13/01/1988 convertito con Legge n. 67 dell’11/03/1988 l’importo di tale tassa venne fissato in Lit. 33.750 per Cv;
5- Dal 03/02/1992 furono esentate dal pagamento del bollo per tre anni, le vetture diesel che rispettavano la Direttiva 91/441/CEE (Euro 1);
6- Dal 1° gennaio 1998 fu abolito il superbollo per le vetture e gli autoveicoli ad uso promiscuo con motore diesel conforme alla Direttiva CEE 91/441 (Euro 1), 93/59 (Euro 1), 94/12 (Euro 2 per le autovetture), 98/69 (Euro 3). Quindi, furono esentati i veicoli ecodiesel anche se immatricolati prima del 03/02/1992;
7- Dal 1° gennaio 2005 l’abolizione del superbollo fu estesa a tutte le autovetture, anche quelle non ecodiesel (Art. 8 del collegato alla Finanziaria 1999);
8- Dal 1° gennaio 2007 la Finanziaria 2007 ripristinò il superbollo per le autovetture non ecodiesel (Euro 0), per un importo di € 6,63 per Kw.Attachments:29 Maggio 2020 alle 11:50 #480283mimmof500Partecipantenon dimenticare Giovanni l’altro superbollo introdotto se ricordo bene nel 92 sui fuoristrada che se diesel si trovavano così a pagare superbollo su superbollo…. forse perchè possedere un fuoristrada : “il beneficio non competeva ai privati cittadini”… (sono polemico lo so, ma ne ho ben motivo)
14 Dicembre 2023 alle 1:52 #5457895ino70PartecipanteA tal proposito riguardo al pagamento del primo bollo, dunque nel caso di veicolo nuovo , sapete o ricordate quale fosse il periodo di pagamento minimo dello stesso? È una mia curiosità dato che ho trovato guardando qua e là su vari libretti originali che addirittura lo si poteva pagare per 3 mesi ovviamente con scadenze fisse a gennaio o luglio.
Dando invece un’occhiata ai bolli pagati sulla mia mi rendo conto che la ricevuta del primo bollo riporta addirittura due timbri riportanti due giorni diversi di cui uno coincideva con la domenica :laugh: evidentemente poteva capitare di tutto :laugh:
14 Dicembre 2023 alle 2:24 #545791riccardo.rabassini@gmail.comPartecipanteCiao 5ino70, per esperienza di famiglia e poi diretta per l’esazione dei bolli nei primi anni 90, ricordo che la Ford a gasolio di mio papà pagava il bollo a scadenza quadrimestrale, con pagamento entro il mese successivo alla scadenza indicata, ovvero scadenza Aprile con pagamento Maggio, scadenza Agosto con pagamento Settembre e scadenza Dicembre con pagamento Gennaio, questo per tutte le auto che all’epoca superavano i 9cv fiscali. Per le utilitarie invece, le scadenze erano 2, a Gennaio con pagamento Febbraio e Luglio con pagamento Agosto. Le auto a benzina pagavano i 12 mesi, mentre quelle gravate da superbollo potevano accedere alla rata quadrimestrale. Le scadenze Gen/Lug ormai sono scomparse, le auto con più di 30anni versano una Tassa di Circolazione a quota fissa dal 1/1 al 31/12, mentre tutte le altre auto hanno una delle 3 scadenze in relazione al quadrimestre di immatricolazione, tenendo presente che il primo versamento del bollo (anche se sarebbe più corretto chiamarlo Tassa di Possesso) non può mai essere inferiore ai 9 mesi e mai superiore ai 12. Quindi le auto immatricolate dal 1/1 al 30/4 avranno scadenza a Dicembre, quelle immatricolate ne secondo quadrimestre avranno scadenza Aprile e l’ultimo quadrimestre invece vede la scadenza ad Agosto.. Per sapere se le auto fino ai 9cv fiscali potevano pagare il bollo a rate semestrali, occorre che trovi qualche collega di P.R.A. d mia mamma, forse nella loro memoria c’è la risposta che cerchi.
Il bollo poteva essere pagato sia c/o gli uffici postali che agli uffici ACI, e fra superbolli, variazione degli importi, terrore delle multe esorbitanti in caso di mancato pagamento (un errore nel riportare il numero di targa poteva essere fatale) o per pagamento insufficiente, l’entrata in vigore della normativa 91/441 (fine 91/inizio 92) che di fatto eliminava il superbollo per le auto “ecologiche” non fecero altro che spostare i contribuenti verso gli sportelli ACI con folle oceaniche fuori dagli uffici, e ti posso assicurare che era un vero delirio. Dopo tutta questa storia, mi auguro di averti dato la risposta che ti attendevi14 Dicembre 2023 alle 3:28 #5457925ino70Partecipante[quote=”riccardo.rabassini@gmail.com” post=408581]Ciao 5ino70, per esperienza di famiglia e poi diretta per l’esazione dei bolli nei primi anni 90, ricordo che la Ford a gasolio di mio papà pagava il bollo a scadenza quadrimestrale, con pagamento entro il mese successivo alla scadenza indicata, ovvero scadenza Aprile con pagamento Maggio, scadenza Agosto con pagamento Settembre e scadenza Dicembre con pagamento Gennaio, questo per tutte le auto che all’epoca superavano i 9cv fiscali. Per le utilitarie invece, le scadenze erano 2, a Gennaio con pagamento Febbraio e Luglio con pagamento Agosto. Le auto a benzina pagavano i 12 mesi, mentre quelle gravate da superbollo potevano accedere alla rata quadrimestrale. Le scadenze Gen/Lug ormai sono scomparse, le auto con più di 30anni versano una Tassa di Circolazione a quota fissa dal 1/1 al 31/12, mentre tutte le altre auto hanno una delle 3 scadenze in relazione al quadrimestre di immatricolazione, tenendo presente che il primo versamento del bollo (anche se sarebbe più corretto chiamarlo Tassa di Possesso) non può mai essere inferiore ai 9 mesi e mai superiore ai 12. Quindi le auto immatricolate dal 1/1 al 30/4 avranno scadenza a Dicembre, quelle immatricolate ne secondo quadrimestre avranno scadenza Aprile e l’ultimo quadrimestre invece vede la scadenza ad Agosto.. Per sapere se le auto fino ai 9cv fiscali potevano pagare il bollo a rate semestrali, occorre che trovi qualche collega di P.R.A. d mia mamma, forse nella loro memoria c’è la risposta che cerchi.
Il bollo poteva essere pagato sia c/o gli uffici postali che agli uffici ACI, e fra superbolli, variazione degli importi, terrore delle multe esorbitanti in caso di mancato pagamento (un errore nel riportare il numero di targa poteva essere fatale) o per pagamento insufficiente, l’entrata in vigore della normativa 91/441 (fine 91/inizio 92) che di fatto eliminava il superbollo per le auto “ecologiche” non fecero altro che spostare i contribuenti verso gli sportelli ACI con folle oceaniche fuori dagli uffici, e ti posso assicurare che era un vero delirio. Dopo tutta questa storia, mi auguro di averti dato la risposta che ti attendevi[/quote]Grazie mille per la spiegazione abbastanza chiara
Quanto al pagamento semestrale per le auto con meno di 9cv (quindi anche per la 500) credo fosse possibile come testimoniano i tagliandi dei bolli presenti sulla carta di circolazione (es. scadenza Gennaio e Luglio di uno stesso anno).Quanto alla mia domanda iniziale porto un esempio per essere più chiaro (es: nel caso di una 500 acquistata nuova a dicembre, il primo bollo poteva riportare come scadenza il mese di Gennaio seguente , dunque relativo a soli due mesi ? Oppure direttamente la scadenza veniva fissata a luglio seguente?)
Inoltre se l’immatricolazione del mezzo avveniva gli ultimi giorni del mese (come nel caso della mia) al pagamento del primo bollo si teneva conto anche del mese di immatricolazione per intero o no?
14 Dicembre 2023 alle 12:11 #545795riccardo.rabassini@gmail.comPartecipanteNel caso di una 500 immatricolata a Dicembre secondo me andava come scadenza a Luglio, le scadenze poi sono pensate anche per diluire l’utenza in modo da evitare resse anomale. La decorrenza del bollo é sempre il mese di immatricolazione, non ricordo se le auto immatricolate negli ultimi 10gg del mese potevano effettuare il pagamento nel mese successivo, sempre cmq con decorrenza dal mese di immatricolazione (questo nei primi anni 90)
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