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- Questo topic ha 15 risposte, 8 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 19/04/202314:01 da Gens Orsina.
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14 Agosto 2014 alle 21:31 #300131gi.maPartecipante
Grazie Alessandro, magia del Forum e della nostra bicilindrica. 🙂
Aspettiamo Fabio. 😉
Chissà che impressione avrà fatto questa cosa alla Draghetta?14 Agosto 2014 alle 21:41 #300134drago500PartecipanteAngy è abbastanza abituata a vedermi parlare di 500 con altre persone(chissà poi perchè :silly: ).
Ma è sempre molto brava,ascolta le chiacchiere,a volte interviene oppure si mette a giocare in macchina,”guida” o traffica con la radio(è una fans di Stevie Wonder),un paio di ere geologiche fa pure io facevo così!!!
🙂14 Agosto 2014 alle 23:05 #300145meuryPartecipanteÈ bellissimo incontrare persone con la passione per la 5oo…
Ma è altrettanto bello vedere le espressioni dei presenti quando qualcuno ti chiama col nick del forum…14 Agosto 2014 alle 23:13 #300152drago500PartecipantePer me è normale,Dragone è il mio cognome quindi il soprannome Drago viene da sè!
L’unica che mi chiama per nome è mia mamma.
😉
🙂15 Agosto 2014 alle 14:48 #300219Andrea.Effe1965Partecipanteho avuto modo di conoscerlo purtroppo solo per telefono e confermo in pieno quanto detto da Drago, simpaticissimo e molto competente……..e poi come me ama le Alfa Romeo……….
P.S: anche a me, praticamente nessuno mi chiama più per nome, tranne i miei genitori. ……..sul lavoro si va di Cognome e gli amici mi chiamano “maresciallo”……. :laugh:15 Agosto 2014 alle 14:51 #300222drago500PartecipanteMi ha parlato di te infatti…….
😉15 Agosto 2014 alle 17:43 #300226Andrea.Effe1965Partecipanteahia……… 😛
18 Agosto 2014 alle 1:04 #300305SalPartecipante[quote=”drago500″ post=214161]Ciao a tutti,
apro questo topic per raccontare di un piacevole incontro avvenuto poche ore fa… [/quote]
[color=#000088]Sono questi i bei momenti che regala una storica e la vita da forum, :cheer:
potendo prender parte ad un raduno o semplicemente discorrere di 500 🙂[/color]
[quote=”drago500″ post=214161]Ciao a tutti,
…spero che segua il mio invito(che rinnovo anche adesso) e che torni a scrivere in questo Forum,magari anche con un altro nick,visto che il vecchio pare sia “bloccato” a causa di una registrazione non effettuata un paio di anni fa.[/quote]
[color=#0000bb]Per recuperare il vecchio nick fabioveloce potrà sempre seguire le semplici indicazioni dei links che riporto:
[/color]http://www.500clubitalia.it/forum/14-piazza-pubblica/157774-faq#157789
http://www.500clubitalia.it/forum/14-piazza-pubblica/160050-dati-profilo#160804
Potrebbe anche scrivere a relazioni.esterne@500clubitalia.it
Naturalmente dovrà rinunciare alla registrazione attuale 😉 🙂8 Marzo 2023 alle 2:32 #535867Ale74PcPartecipanteRicordavo in qualche angolo del Forum questo bell’argomento aperto da drago500 ormai diversi anni fa e purtroppo poco visitato.
Oggi vorrei proporre, per quelli a cui interessano le vicende legate alle 500 ed in particolare ai restauri, uno scritto dedicato ad un fortunato episodio che mi ha permesso un enorme passo avanti ai lavori sulla nostra 500 derivata Scoiattolo. 😉Dalle foto scattate prima del restauro si poteva notare la macchina equipaggiata con generici fanalini posteriori in plastica, normalmente utilizzati su spartani automezzi commerciali e rimorchi agricoli.
Inutile negare che l’essere sprovvisti degli introvabili “Olsa” originali ci aveva fin da subito causato diverse notti insonni…
(Si… Forse non proprio a tutti e due…)
Le nostre ricerche si erano dimostrate sempre vane ed eravamo (ahimè) ormai rassegnati all’idea di installare qualcosa di alternativo… :huh:
Per quelli che non si annoiano nel leggere questi retroscena, raccontiamo quindi come abbiamo risolto questa mancanza. 😉[color=blue]Il lavoro mi porta quotidianamente a spostarmi in macchina, battendo aree più o meno vaste.
Un bel giorno, “girovagando” alla ricerca di una posizione logistica per un futuro intervento, mi trovavo a perlustrare una zona artigianale-produttiva, fino a quel momento, per me del tutto nuova.
Quella mattina, in maniera fortuita, mi imbattevo in una carrozzeria, sita in un edificio industriale verosimilmente anni ’70.
Nel cortile esterno giacevano ordinate diverse vecchie auto, con tutta probabilità in attesa di essere “lavorate”.
Vinto dalla curiosità, mi avvicinavo e fra tante cose interessanti, parzialmente coperta da un telone, spuntava il sedere di una malandata Jeep…
Osservando meglio, mi accorgevo di un dettaglio straordinario.
…Incredibile ma vero!!
Una Jeep Willys montava al posteriore due fari Olsa, non proprio in buono stato, ma erano proprio quelli che stavamo cercando!Parcheggio fuori e decido di entrare…
Aprendo il pesante portone d’ingresso, costernato da lucernari in vetro, varcavo la soglia di una sorta di Eden…
Appena dentro, una Giulietta spider, issata sui trespoli, ancor profumava di vernice appena spruzzata. Questa meraviglia mi impediva l’ingresso, ma non di privarmi dello spettacolo di una Fiat 1100 T.V. Canta e di una Flaminia coupè Zagato…
Più in là sostava una Alfa Romeo 2600 Sprint, col parabrezza rotto (!!!) ma in attesa di riparazione.
E laggiù?!? Caspita, (penso io) una rara 1900 S.S. allestita per competizioni storiche…
Ovunque puntassi lo sguardo vedevo una macchina classica, come una Opel Calibra anni ’90, sollevata su di un ponte e senza targhe…L’officina eccheggiava di martellate, soffi d’aria compressa e rotori elettrici. Qualcuno, all’opera, fischiettava intonato “Una carezza in un pugno” di Celentano.
Un autentico diorama in scala 1:1…
Una voce in secondo piano mi accoglie dopo quasi un minuto, chiedendo ancora un poco di pazienza.
Mi viene incontro un imponente signore sulla cinquantina, forte di una salopette “Lechler” e le protezioni da piastrellista saldamente annodate alle ginocchia.
il viso era celato da una mascherina, difficile dire se la portasse per motivi sanitari (non ricordo se vi fossero in essere ancora normative anti Covid-19) o se indossasse la protezione a scopo (vagamente) antinfortunistico.Guardavo verso l’alto quel gentile signore, consapevole di essere per lui una seccatura vivente, che lo avevo distratto dal lavoro.
Sulla vissuta stoffa del suo abbigliamento giacevano attaccati segmenti di nastro-carta, come munizioni pronte all’uso.
Nel taschino della camicia a quadrettoni spuntavano utensili di precisione ed un paio di occhiali tutti impolverati.
Estraggo il telefonino, che avevo precedentemente impostato con un’immagine dello Scoiattolo e lo ruoto verso il suo (nel frattempo) corrucciato campo visivo: “Sono alla ricerca dei fanali posteriori… Di questa macchina…”
“Ha!” La sua risposta. “Un 500 Scoiattolo”, prosegue sorridendo…
“Passa di là”, indicandomi di aggirare la Giulietta spider, poi il suo dito indice punta ad una porta in un angolo del capannone, da cui provenivano dei forti bagliori da saldatura.
“Laggiù c’è mio padre. Chiedi pure a lui”.
Il suo viso si chiude in un sorriso quasi paterno, nonostante potessimo essere quasi coetanei.Cammino verso quella misteriosa porta; non riesco a tenere a bada la mia curiosità e percorro il pavimento a passi corti, senza staccare gli occhi da tutte quelle magnifiche auto . I muri sono inoltre abbelliti da volanti appesi a grossi chiodi, ci sono anche alcuni fregi celebri, vecchie foto di auto classiche restaurate, oltre ai calendari “Max” con protagoniste Anna Falchi, Sabrina Ferilli, Eva Herzigova ecc… :woohoo:
Raggiungo la porta indicata, che in realtà si dimostra un varco verso un capannone più datato, la luce fredda dei neon mi svela una sorta di reparto dedicato alla cura delle Jeep Willys.
Ne conto almeno una decina fra complete, smontate e cannibalizzate.
Un anziano signore, lavora ricurvo sulla fiancata di una di quelle Jeep.
Mi sento a disagio, passano circa 40-50 secondi senza che nemmeno quell’uomo abbia alzato la testa, come fossi trasparente. Il brusio di sottofondo della ventola della saldatrice, si miscela al rumore di sottofondo, poi giunge un timido:
“Arrivo eh!?!”…
A quel punto l’artigiano afferra la torcia della saldatrice e con una sequenza di accecanti fiammate, salda alcuni punti del fuoristrada in riparazione.
“Dimmi pure”…
“Io intanto vado avanti, altrimenti se devo dar retta a tutti, quando finisco qua?!?…”
Parlava con una leggero rotacismo, che mi faceva sembrare la sua severa dialettica vagamente nobile.
Cerco qualche giro di parole per introdurre il mio discorso e quando il sig. Mario, padre di Giancarlo, il titolare della carrozzeria, vede la foto del nostro Scoiattolo, dimostra immediatamente di sapere il fatto suo.
Abbandona quell’iniziale espressione di disappunto ed introduce poi piacevoli tecnicismi, legati alle 500 derivate.
Ci troviamo in accordo su diversi punti e quando focalizzo il discorso su quel che vado cercando, il sig. Mario si rammarica di non potermi essere d’aiuto e piomba in un silenzio che interpreto come un: “tanti saluti”…
“…Però…”
Irrompe, mentre con la mano velocemente spegne la saldatrice e chiude la bombola del gas.
“Fuori c’è una MB42… Forse su quella hanno messo su proprio un paio di Olsa”.
Fingo di non aver visto nulla all’esterno 😉 ed il sig. Mario mi invita a seguirlo nel piazzale, dove mi conduce fino alla Jeep che avevo notato prima.
Il sig. Mario rimuove il telo e mi racconta delle vicende legate a quella macchina, parla di una controversia fra eredi e lavori che nessuno gli aveva mai saldato.
Ritornati nella carrozzeria, dopo un breve consulto col figlio, i carrozzieri ipotizzano che con ogni probabilità gli Olsa non si potranno smontare, non essendo la “MB” di loro proprietà.
Si rendono comunque disponibili ad informarsi ed eventualmente aggiornarmi sulla situazione.
Mi congedo e riprendo la mia strada, in tutta onestà uscivo un poco deluso, ma in fondo non avevo altre piste da seguire ..Passano le settimane, non ricevo nessun cenno dai signori carrozzieri. :S
Ho provato una sera a fare una telefonata…
Niente: devono interpellare gli eredi del proprietario della Jeep..
Ancora alcune settimane e nulla… :ermm:
Il restauro dello Scoiattolo ugualmente proseguiva, ma nulla si muoveva sul fronte fari posteriori.A distanza di quasi sei mesi, il sig. Mario mi contatta telefonicamente e mi invita alla sua carrozzeria, riaccendendo le nostre speranze.
Trascorso qualche giorno a scopo organizzativo, un sabato mattina ritorno dai signori Mario e Giancarlo, convinto di poter mettere le mani su preziosi fari.
Quando giungo al capannone, prima di incontrare titolari, noto immediatamente che la Jeep nel piazzale non è stata nemmeno toccata e i fanalini sono ancora al loro posto.
…Non capisco.Mario e Giancarlo mi accolgono nella “hall” della loro carrozzeria con una brutta notizia:
“Mi spiace, purtroppo i fari che ti interessano, oltre ad essere brutti, non sono neppure in vendita…”…Continuo a non capire. Per quale motivo mi avrebbero allora fatto venire fino a qui??? :blink:
Padre e figlio si scambiano di seguito uno sguardo d’intesa e poi mi sorridono…
…La mia perplessità aumenta… :unsure:
Ci dirigiamo dopo verso un banco da lavoro completamente sgombro su cui giace soltanto un piccolo asciugamano arrotolato…
“Abbiamo trovato anche questi!”
Mi dice il sig. Mario mentre dipana lentamente quel rotolo di spugna ed ecco spuntare una coppia di fari Olsa in condizioni decisamente ottime. :woohoo:[color=blue ]Fra il tanto materiale che avevano a disposizione, anche una seconda serie di Olsa, recuperati durante un restauro.
Mi spiegano che in fase di “civilizzazione” dei residuati bellici, soventemente le luci militari venivano rimpiazzate da ricambi automobilistici; per fortuna avevano messo da parte quei vecchi fari..Accidenti, che vicenda.
Ma non era finita…
Mi ero dimostrato troppo interessato a quei gruppi ottici, per cui inizio a temere che mi possa essere avanzata una richiesta economica impegnativa.
Prende a questo punto la parola il sig. Giancarlo e senza mezzi termini formalizza:
“100 Euro! E sono tuoi!!”
Prosegue ridacchiando:
“Se pensi sia troppo, dammene 200!”
Lasciando così intuire che il prezzo non fosse trattabile.Dieci minuti dopo guidavo verso casa, con me, la coppia di Olsa per il nostro Scoiattolo…[/color]
Attachments:10 Marzo 2023 alle 13:01 #535972Gens OrsinaPartecipanteChe bella storia (da leggere tutta d’un fiato) e che bella penna sei.
Grazie Alessandro; raccontacene altre18 Aprile 2023 alle 17:27 #537538Ale74PcPartecipanteTempo fa, portando a termine un intervento lavorativo in una abitazione privata in ristrutturazione, notavo nel cassone del ferro vecchio quattro vecchie ruote con cerchioni Fiat 500.
Chiedo al proprietario, un certo sig. Egidio, se avessi potuto prenderle, visto che le aveva gettate via.
Ha acconsentito e me le ha regalate.
Ora, dopo una serie di lavorazioni, quelle ruote girano sulla mia 500 😉https://www.500clubitalia.it/forum/28-le-nostre-500/184337-fiat-500-pc16?start=80
Ho avuto quindi il piacere di conoscere il signor Egidio; una persona gentilissima.
Mi ha visto con indosso il cappellino blu del Fiat 500 Club italia e mi ha chiesto informazioni. Siamo finiti nel suo salotto a parlare di Fiat 500 sorseggiando un bicchiere di buon Ortugo.
Mi ha citato alcuni aneddoti legati alla sua vita ed alla 500 a cui appartenevano quelle ruote.
La aveva acquistata usata nel ’74 ed usata fino al 1987.
Dalla sua descrizione ne ho dedotto fosse stata una L (…la definiva coi tubi ed il cruscotto nero…) e fra i vari racconti, me ne è rimasto impresso uno in particolar modo.Egidio raccontava così…
[i]Era l’estate del 1982, avevo 25 anni; si giocavano i mondiali di calcio e nessuno avrebbe mai potuto scommettere che la Nazionale Italiana sarebbe arrivata in finale.
Quel giorno decidemmo con altri amici, Luigi, Mario e Norberto di andare a vedere la partita a Milano, a casa di Ruggero, un nostro ex compagno di scuola dei tempi che furono…
La sua famiglia si era trasferita nel capoluogo lombardo per motivi lavorativi del padre ed era andato ad abitare in un lussuoso appartamento con tutti i comfort, fra questi la televisione a colori.
Prendemmo la mia 500, a cui avevo appena fatto cambiare le gomme, questa volta nuove e non le solite di recupero che solitamente andavo a cercare dallo “straccino”…
La mia 500 venne scelta per escusione: Luigi aveva la macchina in carrozzeria dopo l’ennesima pacca.
Mario, il secondo della comitiva, aveva lasciato la “127” di famiglia ai genitori. Sua sorella si trovava in dolce attesa ed il bambino avrebbe potuto nascere da un momento all’altro: la macchina serviva a casa…
Il terzo della compagnia, pur spavaldo e dotato di una fiammante “Fiat 128”, non ottenne il permesso dei genitori per recarsi nella grande città lombarda, la trasferta venne giudicata probabilmente troppo rischiosa.
Quindi, partimmo con la mia 500…
Appena giunti, ricordo che la lasciai parcheggiata nel grande spartitraffico centrale, all’ombra di un grande platano.
Eravamo soli, i genitori di Ruggero erano andati a guardare la partita da un collega del padre.
Ci eravamo procurati anche delle birre e panini col prosciutto: una vera festa.Dopo la rete di Paolo Rossi e poi sul 2-0 di Tardelli, mi affacciai al balcone per esultare al risultato, ma in realtà uscii per dare un’occhiata alla mia 500.
Si sentivano per strada i primi caroselli di auto e clacson.
Conclusa la partita, scendemmo festeggianti la signorile scalinata di quel condominio, anche altri residenti ci raggiunsero con bandiere e fazzoletti bianchi.
Eravamo campioni del Mondo.
Mario si precipitò davanti a tutti per prendere il posto anteriore, voleva chiaramente sventolare il tricolore dal tettuccio aperto. Ma se in quel momento l’Italia intera era in paradiso, io invece stavo
per precipitare in un incubo.
Durante il secondo tempo qualcuno aveva sollevato la mia 500 su dei vecchi mattoni e mi aveva rubato tutte e quattro le ruote.
Pensavo fosse un brutto sogno, ma non lo era.
Mi Avvicinai alla scena del furto vidi sparsi sul terreno i bulloni, niente più.
Mi inginocchiai a terra e li raccolsi uno ad uno, era buio, ci si vedeva poco, smossi la terra con le mani nude ma ne trovai solo nove…
Nessuno in quei momenti aveva intenzione di mostrarmi solidarietà, tutti erano impegnati a festeggiare ed urlare…
Nel frattempo una Citroën 2CV rallenta ed accosta, a bordo alcune ragazze in costume da bagno; ballavano fuori dalla capote, ridendo e pizzicandosi a vicenda.
Ad un tratto una di loro sgancia il reggiseno dell’amica e questa resta a seno nudo.
I miei amici perdono la testa ed esultano…
La ragazza prima grida, ride e poi si copre con le mani, infine alza le braccia ed invita l’autista della 2CV a ripartire.
Questa scena, anziché esaltarmi mi infastidisce…
Ed altrettanto mi infastidisce il fatto che a nessuno importi del furto; soprattutto nessuno si pone il problema di come faremo a tornare a casa…
A quel punto l’atmosfera di festa inizia a vacillare. Subisco alcuni scherni, il nostro gruppo vorrebbe unirsi in corteo ai tanti che passano ma non ho intenzione di lasciare la mia 500. Fra le urla odo qualcuno che si chiede in che modo potrebbero mai portami via la macchina…Passano i minuti e giunge sul posto una Fiat 132; è il padre di Ruggero che stava rientrando a casa.
Comprende la mia situazione e promette di aiutarmi. Riesce persino a convincermi di festeggiare la Nazionale.
Risolvere la situazione nell’immediato sarebbe stato impossibile.Poco più tardi le strade sono dei fiumi di persone, ci avviamo verso una grande piazza, io con il solo amaro in bocca.
È l’anarchia totale, uomini di tutte le età bevono e cantano. Un ragazzo urinava sulla vetrina di un negozio chiuso, qualcuno rincorreva delle ragazze e queste fuggivano poco dispiaciute di venir minacciate…
Non sono abituato a queste situazioni, maledico la mia scelta, giuro a me stesso di non metter mai più piede in questa città ed il pensiero di come far ritorno a casa mi assilla. Esoprattutto, con quali soldi ricomprare le ruote?
E’ notte e ritorniamo alla casa di Ruggero. Suo padre ci invita a salire, vuole che ciascuno di noi telefoni alle proprie famiglie ed in particolar modo preme che avvisi mio padre dell’accaduto.
Non ne sono in grado…
Appena odo la voce di mio papà, un groppo mi stringe la gola e scoppio in un infantile pianto…
Singhiozzo ripetutamente e mi vergognavo davanti a tutti i miei amici…
Il padre di Ruggero mi sfila la cornetta dalla mano e con un tono calmo e rassicurante parla coi miei genitori. Conclude poi la telefonata con un cordiale saluto.
La baldoria per strada intanto proseguiva senza sosta.
Nel frattempo la madre di Ruggero aveva preparato delle tazze di thè e dei biscotti.
Faceva caldo, fui l’unico che nonostante tutto, bevve tutto d’un fiato quella bevanda bollente.
Il padre di Ruggero allora ci consigliò di rinfrescarci, perché da lì a poco ci avrebbe riaccompagnato a casa.Fu notte fonda quando la 132 entrò nel nostro cortile. I miei attendevano sull’uscio. Una volta entrati nella nostra modesta casa poi, tutto sommato la discussione fu leggera: si parlò di Rossi, Beerzot, di Dino Zoff.
Il padre di Ruggero si congededò lasciando un appuntamento telefonico per l’indomani.Ed il domani, fu una domenica quasi normale per me, eccetto la visione della cantina che usavo come garage inesorabilmente vuota.
Una giornata passata, a differenza di tutti quanti, a non parlare di calcio.
I miei amici mi venirono a trovare poco prima del mezzogiorno. C’era una lieta notizia: era nata la bambina della sorella di Mario; i nonni materni avrebbero voluto il nome della bisnonna Fernanda, ma i giovani sposi scelsero “Paola”… Forse in onore di “Rossi”?
Il trillo del telefono spezzò poi il silenzio dell’attesa el profumo del soffritto…
Era Ruggero. Mi disse che la 500 si trovava al sicuro nel suo garage.
Mi aspettva, se avessi voluto, nel pomeriggio.
Non ebbi il tempo di chiedere come avesse risolto il problema delle ruote…
…Ruggero chiuse con un amichevole “ti aspettiamo”.
Presi un panino al volo dalla tavola e mentre uscivo, mio padre mi richiamò con una autorità che non ricordavo da quando ero piccino.
Mi condusse in cucina, estrasse da un vasetto dei soldi arrotolati con un elastico.
“Questo è per il treno”.
“E questi sono per le ruote”.
Nel palmo della mano mi ritrovai il denaro equivalente a circa metà del mio stipendio di allora…
Poi mia madre, in risalita dalla cantina, mi tese una borsa contenente un salame nostrano.“E cüst, all’è par la famiglia ad’ Ruggero”
Disse.
Proseguì poi mio padre:
“Conserviamo un poco di moneta per le emergenze e la 500 è in emergenza”.In stazione arrivai grazie al passaggio di Mario, con la 127, visto che andava verso l’ospedale ed era di strada…
Col primo treno per Milano arrivai nel pomeriggio di una domenica estiva che sembrava vagamente triste per la festa finita.
Il pensiero di recuperare la mia 500 mi rese invece immediatamente felice.
Non vi erano molte anime per la città.
Gruppetti di militari di leva si avvicendavano a passanti indifferenti…
Chiesi indicazioni ad una coppia sulla sessantina su come raggiungere l’indirizzo di Ruggero, poco dopo ai poliziotti di una Volante, c’era un bel pezzetto di strada, ma prima di cena giunsi al condominio di Ruggero.
Notai dei mattoni accatastati ai piedi di uno di grossi platani.
Mi invitarono a salire, ero in imbarazzo. Avevo la camicia semi fradicia.
Nell’androne, accanto all’ufficio del portiere vidi una fontanella e mi rinfrescai.
La casa di Ruggero era l’emblema della perfezione, non vi era nulla fuori posto.
I suoi genitori mi accolsero ed accettarono volentieri il salame donato da mia madre, ma non mi fecero mai sentire a disagio.
Scendemmo nel cortile, aprendo i battenti di un box, spuntò il sedere della mia 500.
Il padre di Ruggero aveva rimpiazzato le ruote rubate con l’aiuto di un suo vicino di casa; quest’altro gentile signore aveva quattro ruote della 500 che non usava, poiché non la possedeva più.
Mi dissero soltanto: “metti in moto e vai!”.
Volevo saldare il mio debito, ma non ce ne fu bisogno.
Ritornai a casa pian piano lungo la via Emilia ed in tarda serata, giunsi a casa sano e salvo…[/i]La nostra chiacchierata è proseguita ancora, mi raccontava che aveva tenuto la 500 per altri anni e conservava ancora tante memorie legata ad essa.
Avevo promesso ad Egidio che avrei raccolto il suo ricordo per pubblicarlo qui sul Forum. Sono purtroppo venuto a conoscenza della sua prematura scomparsa, avvenuta mesi or sono.La notizia mi ha lasciato di sasso.
Ogni promessa è un debito…
Ciao Egidio.
18 Aprile 2023 alle 20:09 #537541drago500PartecipanteGrazie ad Egidio per aver vissuto questa bella storia di altri tempi, e a te Alessandro per avercela magistralmente raccontata, hai mantenuto alla grande la promessa.
18 Aprile 2023 alle 20:31 #537543banana500PartecipanteBella storia, bisognava raccontarla. Però, capisco che il disappunto per l’accaduto metta in secondo piano anche la bella vittoria dell’Italia, ma l’mprovviso comparire di due seni al vento… questo no, non voglio crederlo. Ricordo la publicità del Cr… mostrando da dietro due gambe che uscivano da una cortissima minigonna diceva “stimola ma non stordisce”. Due bei seni al vento invece non si sarebbero limitate a stimolarmi.
18 Aprile 2023 alle 20:53 #537545Ale74PcPartecipante[quote=”leonardo.pirrone1@gmail.com” post=402901]
Bella storia, bisognava raccontarla. Però, capisco che il disappunto per l’accaduto metta in secondo piano anche la bella vittoria dell’Italia, ma l’mprovviso comparire di due tette al vento… questo no, non voglio crederlo. Ricordo la publicità del Cr… mostrando da dietro due gambe che uscivano da una cortissima minigonna diceva “stimola ma non stordisce”. Due bei seni al vento invece non si sarebbero limitate a stimolarmi.[/quote]
Leonardo ho modificato volutamente il tuo messaggio in quanto, sebbene non avessi tu utilizzato un termine particolarmente scurrile, in questo contesto non mi sembrava appropriato.
Ti ringrazio anticipatamente della comprensione e della collaborazione.E per riprendere il tuo discorso, posso ipotizzare che che per Egidio la sua 500 rapprentasse molto di più che un semplice mezzo di trasporto, tanto da impensierirlo al punto tale da non considerare lo spettacolo gratuito offerto dalla giovane ragazza.
È solo una ipotesi la mia, ma a quanto ho capito quella Elle era l’unica auto in famiglia, era indispensabile ed avrebbe dovuto durare ancora a lungo.
19 Aprile 2023 alle 14:01 #537599Gens OrsinaPartecipanteCaro Alessandro, con il tuo bel racconto mi hai riportato a quella notte di 41 anni fa. Ebbene tra la gente scesa nelle strade di Milano a festeggiare la vittoria dell’Italia c’ero anche io poiché in quel periodo stavo frequentando un corso che durava 4 mesi e mi ero lì trasferito da Roma con moglie e figli. Al fischio finale, insieme ad alcuni colleghi, decidemmo di prendere le macchine – io avevo una Citroen GS bianca – per andare a curiosare ma venimmo travolti da una fiumana di auto che ci impedì di fare marcia indietro, talché, senza volerlo, ci trovammo a Piazza Duomo a fare anche noi il carosello attorno al monumento a Vittorio Emanuele. Ricordo in particolare che componenti di condomìni interi erano a bordo strada a fare da ala al nostro passaggio e si erano muniti di pentole e coperchi per fare festa. Chi sa, forse anche noi saremo passati davanti a quel platano dove era parcheggiata la 500 L di Egidio, di certo c’è solo il ricordo di una spensieratezza che era però al tramonto.
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