16 Fiat 500 a Monte Isola

di Guido Consalvi 
Comune di Monte Isola, Brescia, Lago di Iseo. I più la ricorderanno per “The Floating Piers”, l’opera costituita da una serie di pontili arancioni galleggianti che permetteva ai visitatori di camminare appena sopra la superficie dell’acqua dalla terra ferma di Sulzano sino alle isole di Monte Isola e San Paolo.

Altri forse la conosceranno per le sue bellezze incontaminate e per essere stata insignita del premio “Borghi più belli d’Italia”. Comunque la ricordiate, una cosa è chiara ai più: sull’isola non circolano auto, o meglio, ne circolano pochissime e solo per i servizi pubblici (polizia locale, autobus). Gli isolani si muovono a piedi, in bicicletta o in motorino. Ed è sempre stato cosi, da decenni, fino a domenica 28 aprile, quando sedici mitiche 500 sono riuscite nell’impresa impossibile, quella di appoggiare le loro quattro esili ruotine sul suolo isolano. Si, solo sedici, perché un numero maggiore non sarebbe stato compatibile con le strette strade dell’isola ed anche perché non ci sarebbe stato un parcheggio sufficientemente grande per ospitarle.
E’ domenica mattina, il cielo non promette nulla di buono, è coperto e minaccia pioggia. Il nostro fiduciario Mario Begotti (Coordinamento di Brescia del Fiat 500 Club Italia) ha chiamato tutti a raccolta per le ore 7.30 al solito piazzale di Via Vallecamonica a Brescia. Finalmente il giorno tanto atteso è arrivato. Siamo al corrente del raduno da poco tempo perché Super Mario ha lavorato, come al solito, in modo discreto e silente. All’ultimo, come è prassi, ha scoperto le carte in tavola ed estratto il coniglio dal cilindro. Scopriremo solo dopo, parlandogli, che ci sono volute diverse settimane per organizzare il tutto e che la cosa non è stata per nulla facile. Sono servite dosi massicce di impegno, tempo, pazienza, numerosi sopralluoghi e soprattutto tanta passione. D’altronde a Mario non piacciono le cose semplici, a lui piace organizzare raduni speciali, fatti per stupire. E direi che anche stavolta ha proprio colto nel segno. Ha superato sé stesso ed è ormai ben consapevole che, la prossima volta, dovrà organizzare una spedizione sulla luna per tentare di stabilire un nuovo primato. Ormai ha alzato l’asticella e non sarà facile tornare indietro. A parte gli scherzi, seguitemi nella lettura e capirete il perché è stata veramente una domenica eccezionale.
Le 500 sono già pronte, schierate sul piazzale, lucidissime, agghindate, impavide e sbarazzine. A loro verrà richiesta un’impresa eccezionale: attraversare le acque del lago ed andare dove nessuna 500 è mai arrivata prima. Non a nuoto, certo, in altro modo, ma altrettanto entusiasmante.
Il ritrovo come detto è alle 7.30, puntuali, a Brescia, pronti per la consegna dei numeri di partecipazione e delle magliette, appositamente serigrafate per l’evento ed offerte dal socio Oscar. L’aria che si respira è quella densa, carica di emozione, tipica dei momenti importanti, quelli rari, che non si ripetono, quelli che ti faranno dire “io c’ero”. I motori si avviano borbottando, facciamo gli scongiuri, non sono ammessi guasti o fermate, sull’isola non si può azzardare manovre di svolta od inversione, non c’è spazio, tutto deve andare come previsto… la tensione è alta. Il lungo serpentone parte, appena una deviazione per ritirare un piccolo omaggio floreale e poi via verso Iseo. Alle 9.30 puntuali siamo sulla banchina, la chiatta ci sta aspettando, il ponte abbassato per ricevere le piccole automobiline che infilate in una quadriglia 4×4 occupano lo stretto spazio disponibile. Dall’alto sembrano 16 modellini colorati della Bburago, ferme, allineate, perfette.
La chiatta avvia i potenti motori ed in pochi minuti ci traghetta sull’isola, inizia un tour magico, unico, irripetibile, destinato a restare nella storia. Ad attenderci la polizia locale munita di una compatta Panda 4X4, a loro il compito di rispettare il tracciato previsto in accordo con le Autorità per evitare strettoie e il temuto incontro con l’unico autobus di linea dell’isola. Si parte per un lungo percorso in salita, fino al Santuario e poi alla volta di Carzano dove il bar locale ci attende per la colazione.
Parcheggiamo le piccole vetturette nell’unico spiazzo verde disponibile e subito un brulicare di indigeni si avvicina incuriosito, stupito, incredulo. A loro memoria non ricordano di aver visto auto a Monte Isola, men che meno 16 500 d’epoca.
Ma in fondo c’è ancora poca gente per le strade, è una domenica mattina uggiosa, gli isolani dormono cullati dal silenzio e dalla pace di cui sono abituati a godere ignari che, di lì a poco, il festante rombo di 32 cilindri, non proprio tutti correttamente “marmittati”, li sorprenderà.
Si riparte per scendere verso la zona più turistica dell’isola. La discesa è emozionante, attraversiamo dei borghi unici per bellezza, storia, natura incontaminata. È tutto talmente bello che verrebbe voglia di guardare a destra e sinistra per non perdersi nulla. Ma non possiamo distrarci perché le vie sono strettissime ed i gradini di accesso delle abitazioni ingombrano la banchina e sfiorano le gomme delle nostre 500. Incontriamo dei passanti che, per permetterci di continuare, salgono sui muretti di cinta delle abitazioni a lato della strada. Non sembrano stupiti, forse sono abituati a tale mossa ad ogni passaggio dell’unico autobus pubblico di linea. A noi sembra un po’ strano, ma in fondo siamo noi l’elemento atipico nella placita vita dell’isola, loro vivono lì e sono abituati.
Giungiamo davanti al ristorante dove è prevista la mostra statica con sosta in fila indiana a bordo lago, sulla banchina, di fronte al ristorante. Scelta tattica che unisce l’esigenza dell’impatto visivo a quella di trovare parcheggio per un “serpentone” di 500 lungo oltre 70 metri. Scelta particolarmente felice a giudicare dal riscontro del pubblico e dal commento ricorrente: «Ghè l’ere po’ a me», che in dialetto bresciano significa «Ce l’avevo anche io». Sì, perché la 500 l’hanno avuta tutti e tutti quelli che l’hanno guidata la portano sicuramente ancora nel cuore
È quasi mezzogiorno, il sole fa capolino fra le nuvole, si prevede un pomeriggio stabile, tiepido, ideale per un aperitivo prima di pranzo e due passi all’aria aperta.
Il lungolago si riempie di residenti e turisti, inizia la festa. Difficile immaginare un’accoglienza più calorosa, da parte di persone sorprese da cotanta esuberante bellezza. Tante piccole vetture con un grande bagaglio di storia, allegria, colore, passione. E soprattutto gli organizzatori i loro equipaggi, fieri, disponibili a rispondere alle più disparate domante, talmente immersi nella parte da avere con sé un vecchio giradischi d’epoca a batteria con tanto di vinili di Mina e Celentano. È l’apoteosi del vintage, la rievocazione del passato in un evento che scuote la placida isola che si ritrova a fare i conti con il fascino discreto di un oggetto che, come lei, non ha tempo. Iniziano gli aperitivi ed i brindisi con le bollicine della Franciacorta, gli animi si accendono, i sorrisi si allargano sui volti e la gioia di stare insieme è palpabile. A seguire un pranzo a base di pesce di lago degno dei palati più raffinati. Invitati speciali il Sindaco di Monte Isola, il traghettatore e le Autorità locali che ringraziamo per la fiducia e l’aiuto ricevuti. Tutti si dicono soddisfatti di aver permesso un evento così atipico ed originale che, ben organizzato, ha dato lustro alla loro isola ma anche alle nostre piccole 500.
Un ringraziamento speciale anche ai soci Oscar e Demetrio per l’importante contributo personale nella produzione dei gadget omaggio, nel coinvolgimento degli sponsor e nel dialogo con le Autorità locali. Un magnifico esempio di sinergia tra privati, Comune di Monte Isola, Polizia Municipale e semplici appassionati che ha permesso di dar vita ad un appuntamento ineguagliabile. Ci sono persino le preziose bottiglie di Franciacorta, gradito omaggio per suggellare il successo di un evento che ha del surreale per bellezza ed unicità. È metà pomeriggio, iniziamo la parata a passo d’uomo sul lungo lago, le persone applaudono, ridono, salutano, fotografano e fanno video. Siamo convinti, con un po’ d’orgoglio, che i post sui social delle prossime ore saranno monotematici. Sono i piccoli attimi di gloria che ci si può godere a fine giornata quando, finalmente si può dire: «È andato tutto bene». Anche Mario tira un sospiro di sollievo.
La chiatta ci riporta a terra e da lì partiamo per l’ultimo giro della Franciacorta alla volta di Brescia. Che dire, un raduno che rimarrà nella storia bresciana ma soprattutto nei cuori di tutti noi. Unitamente alla piena consapevolezza che ovunque ci sia una 500 non ci può essere nulla di impossibile perché dalle emozioni profonde che rievoca può nascere solo qualcosa di buono. Un abbraccio agli amici e compagni di passione, un applauso a Mario ed un arrivederci al prossimo bellissimo raduno… sulla luna (Mario sei avvisato, comincia ad informati su come fare)!

NdR.: l’esperienza è stata tanto particolare che a breve vi proporremo anche altri resoconti dell’avventura su Monte Isola!

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