Ricordiamo l’impresa Parigi-Pachino del 2006 attraverso un resoconto realizzato da Sofia, figlia di Bartolomeo Pettiti, fiduciario di Carmagnola, supervisore e attento custode dell’efficenza dell'”ammiraglia” del Club, la famosa Marea brandizzata Fiat 500 Club Italia.
L’ottimo lavoro realizzato da Sofia le ha permesso di acquisire meritati crediti scolastici. L’articolo รจ stato molto apprezzato non solo dai docenti, ma anche dal fondatore del Fiat 500 Club Italia Domenico Romano che si รจ personalmente complimentato con lei per aver colto lo spirito che ha mosso i protagonisti di questa avventura, fra i quali compare anche il papร Bartolomeo.
Nel lontano 2006, durante il mese di giugno, le giornate erano calde e soleggiate, i ragazzi erano a casa da scuola e le famiglie erano concentrate nel vedere i Mondiali di calcio in Germania, di cui l’Italia poi sarebbe diventata campione.
Intanto perรฒ, quattro giovani uomini si stavano preparando per una divertente avventura che li avrebbe costretti a percorrere in nove giorni e mezzo circa 3.000 chilometri da Parigi a Pachino (Comune siciliano), con una piccola macchina, la 500.
I protagonisti di questa vicenda furono il giornalista Raffaele Panizza, il fotografo Enzo Ranieri, il meccanico e addetto al reparto nuovi progetti Bartolomeo Pettiti e l’elettrauto Fiat Adriano Celenta.
Come ci viene raccontato da uno dei protagonisti, Bartolomeo Pettiti, il primo raid Parigi-Pachino rievocรฒ lo storico e clamoroso evento avvenuto un secolo prima, la Parigi-Pechino. Era il 1907, quando da un articolo sul giornale “Le Matin” nacque la scommessa di percorrere 16 mila miglia in macchina, che la testata poi tramutรฒ in sfida con concorrenti di vari Paesi.
Chiaramente nel 2006 i quattro โargonautiโ italiani percorsero solo le strade da Parigi a Pachino (Sicilia), ma in ogni caso le insidie non mancarono.
Continuando la nostra intervista e alla domanda “Perchรฉ ha deciso di partecipare a questo evento?” Pettiti risponde mostrando una forte emozione.
Infatti ci racconta che fin da piccolo รจ sempre stato appassionato di macchine e motori poichรฉ aggiustava le mietitrebbie di famiglia, in campagna. Questa passione crebbe con lui e cosรฌ a 18 anni decise di diventare meccanico, trovando lavoro nella grande azienda Fiat.
Una storia di grande passione che Pettiti volle coronare con questo evento che lo portรฒ in Sicilia, luogo che non aveva mai visitato precedentemente.
In seguito Bartolomeo ci spiega la storia del viaggio iniziata il 14 giugno 2006.
Pettiti e Celenta partirono al mattino con una Fiat 16 ricca di autoricambi e attrezzi utili per qualsiasi evenienza e la loro prima tappa fu il ritiro della Fiat 500 in un concessionario alla periferia di Parigi.
Quando vide la macchina fu amore a prima vista, tanto che, seppur siano passati molti anni, Bartolomeo รจ in grado di descriverla come se la vedesse adesso. “Era una mitica fiat 500 L beige del 1970 con sedili in poliuretano rosso, un deflettore siliconato e uno sterzo cigolante. Nonostante alcune imperfezioni era un gioiellino.”
Dunque dopo aver fatto l’incontro con Panizza e Ranieri, autisti della Fiat 500, partirono con destinazione Avignone.
Avignone รจ una cittร tutta da esplorare ed ammirare per la sua bellezza e la sua storia, ma per i nostri avventurieri non c’era tempo da perdere e ripartirono subito. Purtroppo perรฒ appena usciti dal centro della cittร , la mitica 500 diede segni di cedimento per poi fermarsi del tutto.
Inizialmente Bartolomeo e il collega Celenta non riuscivano a capire cosa non andasse. Solo in seguito ad una diagnosi, scoprirono che si era danneggiato il cavo del condensatore dello spinterogeno e per cambiarlo ci vollero tre ore. Un intervento faticoso, sebbene Bartolomeo afferma che รจ stata una “passeggiata” rispetto a quello che sarebbe accaduto dopo.
Il viaggio continuรฒ e tutta la squadra riuscรฌ a superare il confine tra Francia e Italia.
Neanche il tempo per festeggiare l’arrivo in patria, ecco il secondo imprevisto: il motore della Fiat 500 si fuse nel centro cittร di Ventimiglia.
Arrivati a questo punto, Pettiti ci rivela che fu un imprevisto molto grave e avrebbe potuto far terminare il raid Parigi-Pachino. Ma la frase d’ordine della squadra era “Mai arrendersi” e cosรฌ fecero.
“Non ero sicuro di ciรฒ che stavo facendo ma era l’unica soluzione. Smontai il motore, lo portai a Torino, e lo aggiustai nel garage di casa mia. Fu una notte febbrile ma al mattino la 500 era pronta per ripartire. Il mio team mi soprannominรฒ MacGyver.”
Chi non ricorda il mitico Angus MacGyver della serie anni ’80, dove il protagonista dall’eccellente preparazione scientifica risolveva qualsiasi problema con mezzi di fortun. Dopo ciรฒ che ci ha raccontato, questo titolo si adatta perfettamente a Bartolomeo.
Ma gli imprevisti non erano terminati. Dopo tre giorni di viaggio la fiat 500 era di nuovo in panne a causa della rottura della catena di distribuzione, ma il problema venne risolto rapidamente.
Finalmente la 500 sfrecciรฒ sulle grandi strade d’Italia: Statale Aurelia, Salerno-Reggio Calabria e poi l’imbarco per andare in Sicilia. E infine la mattina del 23 di giugno ripartirono con direzione Pachino.
“Mi ricordo ancora che la cinquecento aveva una bandiera francese e una italiana che sventolavano dal tettuccio. Era davanti a noi e appena entrรฒ nel centro cittร iniziรฒ un corteo di clacson tra le vie. ร stato esuberante perchรฉ tutti ci applaudivano e ci facevano foto ed interviste. Poi andammo nel comune dove ci dettero una targa premio per il viaggio e quattro casse di pomodori. Avevamo vinto!”
Seppur tutti gli imprevisti avvenuti e la voglia di abbandonare l’impresa per la difficoltร , il team era arrivato nel giorno prestabilito, terminando in bellezza il raid Parigi-Pachino.
Ma prima di salutare il signor Pettiti abbiamo un’ultima domanda: “Se ne avesse l’occasione adesso, rifarebbe lo stesso viaggio con gli stessi colleghi di allora?”
“Seppur siano passati 14 anni dal raid Parigi-Pachino mi farebbe molto piacere rifare il viaggio e incontrare dopo molto tempo i miei colleghi. Purtroppo in questi anni non ci siamo piรน visti nรฉ sentiti, dunque credo che sarebbe un’ottima idea rifarlo. Certo spererei di non avere di nuovo imprevisti cosรฌ gravi, ma questo non si puรฒ dire. L’importante รจ vivere l’avventura e mai arrendersi”
Ringraziamo Bartolomeo per averci raccontato tutta la storia in dettaglio del primo raid Parigi-Pachino.
In conclusione credo che tutti noi saremmo contenti di rivedere questi quattro avventurieri di nuovo all’opera, perciรฒ speriamo che ci sarร un altro raid Parigi-Pachino al piรน presto.
Sofia Pettiti
Nella foto sotto Bartolomeo Pettiti e il figlio Andrea mentre si prendono cura della Marea.
Nella foto sotto (da sinistra); Franca e Domenico Romano, il giornalista Raffaele Panizza di “Max”, Alberto Bertoli, Stefania Romano, Eugenio Fuscร e Andrea Romano.