di Antonio Erario
2003… Ero iscritto al Club da quattro anni ed avevo una 500 L Giallo Positano, ma cercavo da tempo una seconda 500, possibilmente una F da trasformare al “gusto di Abarth”.
Nel frattempo mi convinsero a cedere la mia L ad un designer coreano e divenni così improvvisamente orfano di 500. La ricerca si fece più serrata finché non vidi un annuncio su Torino: “Vendo 500 bianca del 1965”.
Contattai il proprietario, Massimo, un tipo schivo, sfuggente e telegrafico nelle risposte. Riuscii ad avere un appuntamento, quando arrivai mi sollevò un angolo del telo tutto impolverato mostrandomi un angolo del cofano anteriore: «Questa è la 500, se ti piace voglio 6.000 euro; sto vendendo tutti i bidoni di mio padre perché mi devo comprare un X5!».
Di rimando gli chiesi almeno di vederla tutta e di abbassare il prezzo. Ma lui rispose che aveva da fare, liquidandomi velocemente. Qualche giorno dopo lo andai a trovare nuovamente, riuscendo a capire che innanzitutto si trattava di una D… Anche quell’appuntamento però risultò infruttuoso per la consueta fretta di Massimo: ad essere sincero la cosa mi puzzava un po, tuttavia quella D mi era già entrata nel cuore.
Presi la targa per assicurarmi che almeno non ci fosse dietro qualcosa di “strano”… alle volte può capitare… Dalle verifiche risultò che la macchina non era intestata a lui: il padre aveva fatto una procura a vendere e non aveva mai provveduto al passaggio. Negli anni ’80 succedeva anche questo! Per mia fortuna, rintracciai l’ultimo intestatario che gentilmente mi firmò la voltura.
Ad ogni modo, dopo circa due mesi di trattative estenuanti sul prezzo e di numerose visite per vedere l’auto nella sua interezza, un sabato mattina, armato di un assegno circolare partii con il carro-attrezzi e la portai a casa.
La macchina innanzitutto era grigio chiarissimo, aveva gli interni blu, i cerchi della 500 L, era del 1960 e a parte qualche piccola imperfezione aveva tutto al suo posto.
A casa dopo il benvenuto di rito arrivò Mario, il mio meccanico di fiducia. Smontò il carburatore e disse: «Antonio, qua c’è ancora la benzina gialla, la normale degli anni ’80». Fortunatamente non era bloccata ed allora tubo benzina nella tanica, batteria, leva dell’aria su e via con la levetta destra… tra tra tra tra tra… brumm… Partita dopo pochissimi tentativi! «Spegni spegni che siamo a posto così!» disse Mario.
Dall’estratto cronologico la vettura risultava immatricolata il 20/09/1960…. ma la D non era stata presentata ad ottobre? Anche Enrico Bo si meravigliò, ma davanti ai documenti prese atto che era così.
Insomma, pian piano gli interni sono stati riportati alle condizioni di origine, tessuto rosso con lunetta bianca. Mario dopo qualche anno ha rifatto dalla A alla Z il motore; per dargli un tono sportiveggiante (solo estetico) ho montato dei cerchi Abarth originali della 595 ed una marmitta Record Monza. Poi Enrico e Lorenzo Achilli mi convinsero a farla omologare ASI e così grazie a Silvio Pezzana la mettemmo sul suo carrello e la portammo alla seduta di Piacenza del 10 giugno 2017, ricevendo con orgoglio i complimenti della commissione esaminatrice. Ne ho passate tante con questa piccola vettura: raduni, forature, sono rimasto a piedi per la pompa della benzina, ma mi ha sempre riportato a casa; forse lei sa che quando rientriamo da giri e raduni viene lustrata i tutto punto e subito riposta in garage, sotto teli e coperte a riposare. Ad oggi è la 500 D più vecchia d’Italia recensita dal Fiat 500 Club Italia. Ricalca fedelmente l’allestimento della precedente (TA nuovo codice), differenziandosi per il motore e la forma del serbatoio, infatti tantissimi esperti mi chiedono se è una N. Non so quante coppe, targhe, foto e complimenti ha ricevuto nel corso degli anni.
È stata esposta alle presentazioni ufficiali delle nuove Fiat 500 tantissime volte nei saloni di FCA – del resto la usammo quando lavoravamo al progetto 312 (la 500 del 2007) – ad Automotoretrò, nella palazzina centrale FIAT a Mirafiori. Premiata a Garlenda diverse volte e oggetto di servizi su “Automobilismo d’Epoca” e sulla rivista greca “4TPOXOi” Insomma, dopo 60 anni è ancora qui. Bella, pimpante e soprattutto… è mia!
20 settembre 2020: la 500 D spegne le 60 candeline e con sincera ammirazione le auguro 100 di questi giorni… Buon compleanno!
Dimenticavo: nel 2007 un amico di Mondo Motors mi chiese aiuto per realizzare il modellino 1/24 della 500 D, gli mandai le foto della mia, lui mi spedì un modellino con la mia targa: “Che gentile” pensai “me l’ha personalizzata”… in realtà la mia targa era su tutti i modelli in vendita!
Qualche anno dopo invece ad un Automotoretrò un signore per l’intera durata della manifestazione fece di tutto per comprarla…gli piaceva per la sua originalità e perché era targata Torino (con le targhe in metallo). Ricordo che ogni tanto passava ed aumentava di 500 euro l’offerta! Nonostante il suo portafogli gonfio, la D è ancora mia.
PS: vorrei pubblicamente ringraziare la BMW per aver creato la X5 perché se Massimo non si fosse invaghito di questo SUV, forse non avrei mai avuto la mia 500!
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