di Enrico Bo
Dopo le precedenti due uscite (qui la n.1, qui la n. 2 e qui la n. 3) continuiamo con la messa a punto delle sospensioni.
Sul libretto di Uso e Manutenzione della 500, al paragrafo riguardante la sospensione posteriore, si legge:
“Sospensione Posteriore: a ruote indipendenti, con molle elicoidali e bracci oscillanti. Ammortizzatori idraulici telescopici a doppio effetto”.
Le sospensioni a ruote indipendenti (con molle a elica, molle a balestra, barre di torsione, elementi elastici in gomma), consentono a ciascuna ruota di sollevarsi e abbassarsi senza coinvolgere la ruota compagna, con evidente vantaggio per la stabilità del veicolo.
Nello schema qui sotto si possono vedere i principali componenti.
I bracci oscillanti, ancorati alla scocca inferiore per mezzo di piastre, se non adeguatamente protetti con prodotti idonei, sono soggetti a ruggine specialmente all’interno del profilato e nelle sedi di appoggio delle molle.
Vanno ispezionati durante la manutenzione periodica, meglio se un paio di volte l’anno.
In sede di revisione si consiglia di procedere dapprima con sabbiatura, poi con protettivo, concludendo con la verniciatura. Sottintesa la sostituzione delle 4 boccole, termine parlato del più tecnico Estendbloc. La stessa cura va dedicata anche alle molle.
Parliamo ora degli ammortizzatori che sono dispositivi atti a smorzare i movimenti relativi fra la carrozzeria e le ruote.
L’impiego degli ammortizzatori, per frenare le oscillazioni delle sospensioni, è necessario, oltre che per ragioni di confort, anche per costringere le ruote a rimanere il più possibile aderenti al fondo stradale e quindi per una migliore tenuta di strada del veicolo.
Gli ammortizzatori attualmente più usati nelle sospensioni degli autoveicoli sono di tipo idraulico, sono cioè basati sulla resistenza opposta da un liquido al passaggio forzato attraverso fori di piccolo diametro. Gli ammortizzatori che frenano il movimento relativo fra carrozzeria e ruote solo in un senso sono detti a semplice effetto; quelli che frenano il movimento in entrambi i sensi sono detti a doppio effetto.
Negli ammortizzatori a doppio effetto l’azione frenante è di solito più energica durante la fase di rimbalzo (cioè mentre gli organi sospesi dell’autoveicolo e le ruote si allontanano) che durante la fase di compressione (cioè mentre gli organi sospesi e le ruote si avvicinano).
I più comuni fra gli ammortizzatori idraulici a doppio effetto sono quelli telescopici.
Le ditte che producono attualmente gli ammortizzatori per la 500 sono diverse, anche alcune che forniscono questo particolare come primo impianto a Case Automobilistiche moderne.