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Un’originale composizione

SI SCENDE, SI SALE…
Il Club l’ha ricevuta in dono per il 25°

di
Giuliano Barsotti e Michele Pollacchi
Il ponte della Maddalena unisce le due sponde del fiume Serchio all’altezza del paese di Borgo a Mozzano. La sua costruzione risale ai tempi della Contessa Matilde di Canossa (1046-1115), che ebbe grossa influenza e potere su questa zona della Toscana, ma il suo aspetto attuale è dovuto alla ricostruzione effettuata da Castruccio Castracani (1281-1328), condottiero e signore della vicina Lucca, nei primi anni del 1300.

L’aspetto del ponte è quello medievale classico a “schiena d’asino”, con la differenza, che qui diventa caratteristica unica, che le sue arcate sono asimmetriche e quella centrale è talmente alta e ampia che la sua solidità sembra una sfida alla legge di gravita. Il ponte è comunemente chiamato “del Diavolo” in forza di una leggenda popolare della zona, rinforzata dal suo aspetto scombinato: un capo muratore aveva iniziato a costruirlo, ma ben presto si accorse che non sarebbe riuscito a completare l’opera per il giorno fissato e, preso dalla paura delle possibili conseguenze, si rivolse al Maligno chiedendo aiuto al fine di terminare il lavoro. Il Diavolo accettò di completare il ponte in una notte in cambio dell’anima del primo passante che lo avesse attraversato. Il patto fu siglato ma il costruttore, pieno di rimorso, si confessò con un religioso della zona che lo consigliò di far attraversare il ponte per primo ad un porco. Il Diavolo fu così beffato e scomparve nelle acque del fiume. Intorno al 1500 prende il nome di Ponte della Maddalena, da un Oratorio che si trovava ai piedi della struttura sulla sponda sinistra.

Il Ponte & le 500

Le difficoltà incontrate nella costruzione di questa opera architettonica possono, per certi aspetti, ricordare quelle che la mitica 500 ha incontrato in 50 anni di storia. Nel 1957 infatti la piccola automobile non fu accolta dal mercato in modo entusiasmante e la sua vita risultò in salita. Una volta arrivata in vetta, però, la strada è stata in discesa, tanto è che la nuova 500 – viaggiando sempre in discesa – ha avuto un tale slancio che è riuscita ad attraversare facilmente il fiume. Il mercato americano, dovendo necessariamente ridimensionare i mezzi di trasporto familiari, la sta aspettando. Gli USA sono cambiati e già nel 1987 il nostro amico scultore bassanese Gianni Visentin modellò una Statua della Libertà dalla pelle scura. La scultura venne donata all’allora Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan durante una sua visita in Italia, più precisamente a Venezia.
La nuova FIAT 500 al posto della fiaccola che la Statua della Libertà ha nella mano destra va interpretata come un augurio per il prodotto italiano e per tutti gli acquirenti americani che avranno una macchina agevole nella guida, sicura e soprattutto economica sia nel prezzo di acquisto che nei costi di gestione.
Ci scuserà il dott. Marchionne per il gioco di parole, ma il nostro intento è quello di riconoscere le indubbie capacità professionali in simbiosi con la più grande azienda privata italiana.
Al Club di Garlenda, ovviamente, vanno 500 auguri per i primi 25 anni di vita.
Abbiamo lasciato per ultima la nuvoletta affinché a coloro che avranno voglia di leggere queste righe rimanga nella memoria il padre della 500, l’ing. Dante Giacosa, ideatore, disegnatore e progettista di questa ineguagliabile utilitaria, che dall’alto del sicuramente meritato posto che occupa, sorvegli sull’operato degli addetti ai lavori.