di Martin Maass
Ci sono cinquecentisti anche in Brasile e io sono uno di loro. Ma come e perché la mia 500 è in Brasile? Tutto è cominciato nel 1981 quando avevo 19 anni, in Germania.
Volevo un’auto, ma non avevo disponibilità economica (stavo ancora studiando), così mi impegnai in un lavoro estivo in un birrificio. Dopo 6 o 7 settimane fui in grado di guadagnare 1.100 marchi con i quali comprai una 500: ero orgoglioso come un pavone!
Si trattava di una F del 1971. Poiché non mi restava il denaro sufficiente per i costi di manutenzione, imparai abbastanza da arrangiarmi da solo e posso dire che è stato merito della 500 se circa sette anni dopo sono diventato un ingegnere meccanico.
Nell’altra foto (in b/n) si vedono i miei amici nella metà degli anni ’80 in una fredda giornata d’inverno mentre eseguono una veloce manutenzione prima di un giro. Tutti i miei amici avevano la 500… o forse erano amici per via della 500?
Poco prima della laurea, pensai che la 500 non si adattasse più al mio nuovo stile di vita, così la vendetti. Solo più tardi avrei capito che avevo la 500 nel sangue…
Dopo la laurea mi sposai, nacquero i bambini… e ebbi una macchina “normale”. Nel 1996, a 34 anni, mi fu proposto per lavoro di trasferirmi in Canada e poi negli Stati Uniti. Sempre per ragioni lavorative, per un lungo periodo mi trovai a viaggiare ogni due settimane in Toscana. E durante le mie solitarie cene italiane, ogni tanto passava una 500: sentivo il classico rumore del motore, le vedevo sulla strada… verdi, rosse, blu… Una notte decisi di cercarne una da acquistare e trovai una bella D del 1964, grigio scuro. Il proprietario era un signore in pensione che l’aveva usata pochissimo, in trent’anni meno di 3.000 km all’anno, e la vettura era in condizioni di originalità. La presi per provarla in un luminoso giorno d’estate, con il tettuccio aperto, il morbido paesaggio coperto di girasoli che parevano sorridermi e, agitati dalla brezza, mi dicevano “Sì, comprala!”. Così chiamai mia moglie negli Stati Uniti e le dissi che avevo ritrovato il mio primo amore. La sentii deglutire preoccupata all’altro capo del filo, così le spiegai che si trattava della 500 e con sollievo approvò la mia scelta.
Alla fine dell’anno la 500 arrivò negli USA e la sottoposi a revisione e riverniciatura. Da allora, è stata parte della famiglia. I bambini adoravano usarla per andare in giro per Williamsburg (VA), a prendere un gelato la domenica pomeriggio.
Quando mi proposero il trasferimento in Brasile, era chiaro che non avremmo lasciato la 500, ma sarebbe venuta con noi. Dal 2006 viviamo felicemente a São Leopoldo, nella parte meridionale del Paese. Nel frattempo uno dei miei figli ha lasciato la casa, ma la 500 no! Ma forse nel giro di un paio di anni si muoverà anche lei, se dopo il pensionamento ci ritireremo in Europa. E lei verrà certamente con noi.
La nostra D sorride felice in Brasile. Molti dettagli ricordano i precedenti proprietari e sono stati preservati per mantenere la storia della vettura. Gli interni sono originali, giusto con pochi interventi di riparazione. Come accennato, nel 1999, quando arrivò dall’Italia, l’auto fu parzialmente smontata e riverniciata del colore originale e fu evidente che non aveva mai subito incidenti, i lamierati erano in buone condizioni così come le parti in alluminio e i paraurti ed abbiamo cercato di preservarla dalla ruggine con opportuni interventi. Negli anni l’auto è rimasta sempre in uso, subendo interventi di restauro parziali, montando le componenti nuove giusto il tempo di ripristinare quelle originali (e tenendo le nuove come ricambio). Il problema principale in Brasile è infatti quello dei ricambi: non ce ne sono, dal momento questo modello non è mai stato venduto in Sud America, ad eccezione di circa 200 Giardiniere in Uruguay. Questo significa o tanta improvvisazione, o una valigia piena di pezzi di ricambio – gomme incluse – ogni volta che andiamo in Europa. Ciò richiede una certa pianificazione per evitare sorprese (dato che non posso procurarmi velocemente dei ricambi aggiuntivi). Altro problema è la benzina, che qui ha un 25% di alcol e che rischia di danneggiare la vettura. Per questo uso solo il carburante dell’aeroporto sportivo locale, che però ha un alto numero di ottano. La maggior parte dei miei amici deve pulire e svuotare frequentemente l’impianto di alimentazione, mentre la mia 500 parte sempre bene anche dopo molte settimane di inattività (ho anche installato una piccola pompa che permette di innescare l’impianto di alimentazione a mano prima di avviare il motore).
E poi ci sono gli eventi di auto d’epoca con i miei amici, che sono sempre molto divertenti ed è bello vedere le persone che sorridono di fronte alla 500 e dimostrano curiosità verso la sua storia.
Le ultime foto sono relative ad uno dei più grandi eventi di auto d’epoca in Brasile, l’ExpoClassic 2022.
Naturalmente, anche mia moglie adora fare un giro con me e la 500 ogni tanto, per me una buona occasione per dire che c’è ancora dello spazio vuoto nel nostro garage… per altre 500… un giorno?!
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(originale in inglese))
500 enthusiasts even in Brazil, and I am one of them! But how come? – why is my 500 in Brazil?
Well: All began in 1981 when I was 19 years old in Germany. At that time, I wanted my own car, had no money while finishing school, and my father rather wanted to help me with getting a job during the summer break, a back-breaking job in a brewery, sweating for the money I earned. After 6 or 7 weeks I had made some 1100 Deutsch Mark and bought right away my first car, a Fiat 500. Of course, I was proud like a peacock in my own car.
Here a photo of mine in 1983 with my 1971 Fiat 500F.
Certainly, there was no money left for costly maintenance. So, I learned the basics of mechanics with my 500 – and maybe, at least in part, my first 500 was responsible that I became a mechanical engineer almost 7 years later.
This photo shows my friends in the mid 80’s on a cold winter day – during some “quick maintenance” before leaving for a ride. All my friends had a 500, or maybe they were my friends because of their 500s?
Just before I graduated, I thought that a 500 would not fit anymore to my new “lifestyle”. So, I sold my 500. Later however, I had to find out that a 500 was rather like having “something permanent” in my blood stream, but let´s get to this a little bit later. After graduation I married, got kids and … just had a normal car. In 1996, when I was almost 34 years old, we were offered to be relocated by my company (automotive industry) from Germany to Canada, and then a year later to the US. And that´s when it happened: For an extended period of time, I had to travel every two weeks to Italy (Tuscany) for business purposes. And in the evening when sitting alone for dinner in Italy, once in a while a 500 drove by. Every time, I heard the characteristic engine sound from far away, and I looked out for that 500 coming by on the street, green ones, red ones, blue ones… And one night I decided to look for an old 500 again. Of course, I soon found one in Italy, a beautiful dark gray 1964 – 500D! Most of its lifetime it had been driven in Tuscany by a retired gentleman, for the last 30 years less than 3000 km a year, the car was still all original with its first paint.
I took the 500 for a test ride on a beautiful sunny late summer day, and even today I still remember every kilometer and every minute of that test ride, sunroof open, a softly hilly landscape covered by sunflower fields in Tuscany. The sunflowers were all smiling, and so was I. A gentle breeze blew over the fields, and all sunflowers were just nodding “yes” to me to buy that little gray 500. So, I bought it straightaway, obeying the sunflowers! Later that day in the evening, I called my wife in the US, telling here over the phone from Italy that I just have met with “my first love” again, I heard her swallowing over the phone, so I just added that it was a most beautiful 1964 Fiat 500D, and with relief she “approved” the car right away over the phone. At the end of that year the car arrived in the US, where I completed the car with a general overhaul and a repaint.
Since then, the 500 became part of our family. The children loved to drive together with us in our 500 in Williamsburg, VA, getting an ice cream “downtown” on a Sunday afternoon.
Years later, when we were offered to be relocated again, this time to Brazil, there was no doubt that we would not leave our 500 alone in the US – it had to come with us! That is the story – this is how the 500 came to Brazil. Since 2006 we happily live all together in São Leopoldo in the Southern part of Brazil. In the meanwhile, 50% of my kids have already left home (we have two…), but the 500 will stay. Or maybe not, if we moved after retirement back to Europe in a couple of years again. The 500 would certainly come with us again!
Taking a deeper look at this 1964 Fiat 500D, many items still remember the former Italian owners and were preserved to maintain the history of the car. The interior is all original, just with very minor repairs. Right when the car arrived from Italy late 1999, the car was partially stripped down and repainted in its original color: It became evident that the car has never been accidented, all sheet metal was original with just some minor typical rust at the floor panels, the fender tips and the left side rocker panel. All aluminum trim work and even the bumpers appeared to be original without blemishes. Finally, a body cavity protection, a no-solvent wax-based grease, was applied hot through little holes everywhere into all cavities to prevent inside rust hopefully for a long time.
Except for the first general body overhaul, the car underwent a “rolling” restauration over the years: Every year some other components or parts were repaired, but the car remained always in use. This means that many times aftermarket parts were bought and mounted just for some time, while the original parts were tediously repaired and put back keeping the aftermarket parts as spare.
The main issue in Brazil is the availability of spare parts – there are none, since this vintage Fiat 500 model was never sold in South America, except for some 200 Giardinieras in Uruguay. This means either a lot of improvisation, or a suitcase full of spare parts every time when returning from Europe, even tires! It also means some planning well ahead of time: Usually there is always some sort of “surprise” when you repair something; in my case in Brazil, I cannot simply buy some additional spare parts really quick, if something goes wrong.
And another issue is the fuel in Brazil, with 25% alcohol mixed into the gasoline. This gasoline will for sure deteriorate the fuel system of any old car. Therefore, I use only gasoline from the local sports airport, which has no alcohol at all but unfortunately high octane (i.e., some drawbacks, however, by far a better option than even the best gasoline from a gas station). Most of my friends have to frequently clean and drain the fuel system, while my 500 starts always well even after many weeks of non-use (I also installed a small inline hand primer pump hidden behind the spare wheel, allowing to prime the fuel system by hand before starting the engine – little things can make life so much easier).
And then there are the vintage car events with my friends, which are always great fun. The people are coming by and smile about the 500 – which makes me happy in return. Many times, people are curious about the story of the car, which is very rewarding.
These photos are from one of the biggest vintage car events in Brazil, the ExpoClassic 2022
And of course, my wife also loves taking a ride with me and the 500 once in a while, for me a good opportunity to mention that there is still some empty space in our garage, for another 500 – one day! ?