Dal diario di un cinquino – Memorie di un vecchio Lillo (4^p)

di Mara Depini 
Giovedì, 30 giugno 2022.
La solita basculante che si alza all’improvviso e mi sveglia di soprassalto. Lorenzo si affaccia al garage vestito di tutto punto con una espressione soddisfatta sul viso. Ho idea che oggi sia il fatidico giorno in cui si parte per Garlenda. Ma davvero mi tocca ancora questo pellegrinaggio?

Sono anni che mi tocca, sono vecchio, quando anche per me una agognata pensione? Il rituale dell’uscita dal garage si ripete con mio sommo dispiacere, a nulla vale il mio cercare di opporre resistenza. Mi guida davanti la sua casa, mi porta nel cortile, comincia a caricare borse e borsoni, suda e si affanna, ma non demorde. Io invoco tutti i Santi del Paradiso per ricevere aiuto ma lassù sembrano insensibili. Alla fine gira la chiave, tira la levetta e si parte. È presto, fa ancora fresco, ma la strada è lunga. Tanto lunga. Mara parla poco, tiene il deflettore aperto, sembra boccheggiare ma non si lamenta. Se almeno lei dicesse qualcosa, del tipo: potevamo andare con l’auto normale, oppure questa è l’ultima volta che andiamo con la 500…
Dopo due ore di viaggio finalmente Lorenzo decide di fermarsi. Loro hanno bisogno delle toilette, di mettere qualcosa sotto i denti. Io vorrei solo tornare a casa!!!
Poi decido che per sopravvivere devo spegnere il cervello. Mi riaccendo una volta arrivati.
Ore 15,30, Mara è stesa nel letto della sua camera d’albergo. Io speravo in un garage fresco e buio invece sono parcheggiato davanti al museo, al sole, solo e soletto. Lorenzo sta facendo una full immersion all’interno dello stesso. Adesso svengo, lo sento che svengo. Lorenzo!!!! Sto svenendo!!! Aiuto!!! Mi agito ma nessuno viene in mio aiuto. Poi vedo una bella cinquecento accanto a me.
Ha l’aria di essere straniera, mi sembra sexy, ha riflessi dorati.
Quasi la saluto e cerco di fare conoscenza. Adesso capisco perché alcune cinquecento hanno nomi femminili. Perché è vero!!! Anche noi ci dividiamo in generi.
Ma sul più bello Lorenzo esce e blocca tutte le mie velleità amatoriali. Peccato. Proprio adesso che cominciava a piacermi questa avventura. Si va alle Serre per l’aperitivo. Mi aspetto un pieno di benzina. Ognuno si diverte a suo modo a questo mondo. Io mi accontento di un pieno e di un garage che sia fresco. Dopo le Serre è un continuo andirivieni, fino a che non mi spegne definitivamente. Spegni, spegni zzzzz, spegni zzzz zzzz spe… Zzzzzzzzzzzzzz. (continua)