Il 28 maggio si è svolto a Soragna (PR) il raduno “500 Day” organizzato dal Coordinamento di Fidenza (di cui potete vedere alcune immagini) del Fiat 500 Club Italia.
Il Primo Cittadino del Comune parmense è un estimatore della storica bicilindrica e, in occasione dell’evento, ha voluto raccontarci la sua esperienza con i cinquini. Ecco il suo racconto.
Premetto che ho sempre partecipato ai 10 raduni “Fiat 500 Day”, che si sono svolti in Piazza Garibaldi a Soragna, da alcuni anni doverosamente intitolati al compianto Gianni Barezzi, un mio caro amico, fondatore di questa fantastica iniziativa. La realtà di Soragna mi appartiene in quanto per 23 anni ininterrotti sono stato Maresciallo Comandante della Stazione Carabinieri e da 7 anni sono il Sindaco dello stesso Comune, in pratica 30 anni di ruoli istituzionali in quella che è considerata “la Signora della Bassa”. Un grande orgoglio, perché parliamo di un paese ricco di storia, di arte, di cultura, di tradizione e di gastronomia.
Non ho mai avuto una grande passione per le macchine in generale, ma ho dei bei ricordi della mitica 500. Ho avuto per parecchio tempo come seconda automobile due Fiat 500, una F di colore azzurro negli anni ’80 e successivamente una L di colore beige.
Anni addietro trascorrevo molto spesso dei periodi in Sicilia, esattamente a Sant’Agata di Militello (ME), il mio paese natale. Ho portato da Soragna la Fiat 500 F in Sicilia, per utilizzarla quando mi recavo in ferie, imbarcandola dal porto di Genova con destinazione Palermo. Essendo figlio di contadini, ricordo che nel periodo della vendemmia e della raccolta delle ulive la sfruttavo come un carro a doppia trazione. In pratica, caricavo sulla 500 dieci cassette di plastica, quelle di una volta per la raccolta del pomodoro, piene di uva oppure di olive. Ne posizionavo quattro sul portapacchi tradizionale in ferro, quattro sul sedile posteriore abbassando la spalliera e due (una sopra l’altra) sul sedile anteriore destro. La 500 stracarica percorreva allegramente la lunga carraia sconnessa, con la presenza di grossi sassi e di curve chiuse a ferro di cavallo. Sono scene che anche dopo tanti anni non potrò mai dimenticare. Ricordo un anno, sempre in campagna, la fatica per sostituire un manicotto scorrevole del semiasse particolarmente usurato. Un manicotto, un giunto ed una calotta dello spinterogeno usati, con la cinghia nuova della dinamo e del raffreddamento con le relative chiavi ed un martelletto, non mancavano mai a bordo, avvolti in uno panno all’interno del cofano.
La Fiat 500 L, invece, l’ho utilizzata solo a Soragna, per andare a caccia, portare i miei figli a scuola e girare in paese. Abitualmente la lasciavo in sosta nel cortile della caserma. Molto spesso quando venivano segnalati presenze o movimenti sospetti sul territorio soragnese, mi toglievo in fretta la giacca della divisa, indossavo un giubbotto normale per non dare all’occhio e con la 500 L sempre pronta (bastava alzare la levetta che era già in moto al minimo, senza neppure accelerare) mi recavo sul luogo indicato per fare le opportune verifiche. Eravamo già nel periodo di grande diffusione dei telefoni cellulari. Spesso stando alla guida della 500, alla cui presenza i delinquenti non davano importanza, arrivavo di fianco al ladro che stava facendo da “palo”, osservavo e seguivo tutti i movimenti in zona e via telefonino riferivo e davo istruzioni precise ai Carabinieri che naturalmente facevo intervenire di rinforzo. Sono stati molti i ladri che sono rimasti “impigliati” nella rete della Fiat 500 L beige, alcuni sono stati anche trasportati dal luogo del delitto fino in caserma a bordo della stessa, tanto una volta “infilati dietro non era facile scappare. Devo dire con grande soddisfazione che la 500 l’ho sfruttata e goduta molto.
Viva dunque la Fiat 500 e complimenti a tutti gli appassionati, con un grazie agli organizzatori del tradizionale raduno di Soragna che ci regala tanta emozione.
Salvatore Iaconi Farina
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