Il nostro socio Max André Mounoud con la sua 500 rosa è un affezionato partecipante dei rally per auto d’epoca organizzati dalla rivista francese “Gazoline”.
Nel 2005 ha fatto il tour del Marocco (vedi 4PiccoleRuote n. 2-2005), nel 2007 è stato in Tunisia (4PiccoleRuote n. 5-2007), l’anno dopo nei Paesi che si affacciano sull’Adriatico (4PiccoleRuote n. 6-2009), mentre nel 2013 eccolo in Italia ed in particolare in Sicilia (4PiccoleRuote n. 2-2014). Nel 2016 la scelta del magazine è caduta sull’Isola Verde, la bellissima Irlanda, per il rally “Celtica”. Poche le raccomandazioni prima di partire: ricordarsi di tenere la sinistra, attenzione alle rotonde e… alle pecore! Questi simpatici animali sono un simbolo nazionale, onnipresenti nel paesaggio irlandese ed anche sulle strade…
Ecco una sintesi del suo racconto.
Il 14 maggio la prima tappa, da Parigi a Cherbourg: 400 km percorsi senza problemi. I partecipanti sono oltre 50, più 6 veicoli di servizio; si eseguono i controlli tecnici ed amministrativi. La mattina successiva la dedichiamo ad una visita alla città ed al suo il museo del mare (“Cité de la Mer”) che ospita anche il “Redoutable”, il più grande sottomarino visitabile al mondo: varato nel 1967, è stato il primo a propulsione nucleare della Francia; lungo 120 m, largo 11, pesa 9.000 tonnellate (come 18.000 Fiat 500) ed il suo equipaggio era di 135 uomini.
Nel pomeriggio ci si imbarca per l’Irlanda. Mollati gli ormeggi, il traghetto si stacca dalla banchina: siamo fuori per una meravigliosa avventura. Dal ponte superiore del traghetto possiamo ammirare il più grande porto artificiale del mondo. La sua costruzione cominciò nel 1783 e fu completato, dopo varie vicissitudini, nel 1895. Una volta a bordo, prendiamo possesso della nostra cabina. Il tempo è bello e il mare calmo. Briefing degli organizzatori e prima birra prima di cena. Soprattutto non dobbiamo dimenticare di mettere indietro l’orologio di un’ora per essere puntuali a colazione.
Giorno 3, 16 maggio. Rosslare – Kilkenny 96 km. Traversata con mare calmo. Ce n’è voluta per abituarsi al rombo dei motori che fanno vibrare lo scafo. Arriviamo alle 8,15, accolti da una pioggerella gentile. Per non perdere tempo a cercare la macchina, avevo fatto una foto della sua posizione. Vero che una 500 rosa si nota subito anche da lontano, ma almeno bisogna essere al ponte giusto!
Ecco i nostri primi giri di ruota sul suolo irlandese: massima concentrazione, tutti a sinistra!
Arrivando a New Ross sotto un bel sole, nel centro della città vediamo un suggestivo tre alberi ormeggiato sul fiume Barrow. È una fedele riproduzione della nave che trasportava gli emigranti in partenza per il nuovo mondo. Il Dunbrody imbarcava più di 200 passeggeri disposti ad affrontare un viaggio che durava 2 mesi, in spazi ridottissimi, caratterizzati da promiscuità e da probabilità di contrarre malattie. Oltre il 25% dei migranti era destinato a morire, ma il Dunbrody era una delle navi su cui si registrava il minor numero di decessi. Certo che la scelta era tra morire di fame in Irlanda o rischiare la pelle per conquistarsi una nuova vita altrove… La visita è resa particolarmente commovente dalla presenza di attori in costume d’epoca che interpretano i passeggeri. Di New Ross era originaria la famiglia Kennedy (quella del presidente JFK), che emigrò negli Stati Uniti come altri due milioni di irlandesi durante la grande carestia (1845-1848), causata dalla crisi della coltivazione della patata, l’alimento base dell’isola, attaccata da parassiti.
Kilkenny è famosa per la secolare produzione della birra Smithwick, la più famosa dopo la Guinness, e che in Francia è venduta proprio con il nome di Kilkenny.
Giorno 4, 17 maggio, Kilkenny – Killarney, 252 km. Non si può perdere una visita al Castello della Rocca di Cashel. È uno dei più importanti in Irlanda, per la sua grandezza e la sua architettura. Dalla cima dell’imponente edificio gotico costruito dal 1235 al 1270 si può godere di una bellissima vista a 360° sulla pianura di Tipperary. Alla curva di una strada del villaggio, un caffè con un’affascinante lady dello stesso colore della Fiat 500. La foto era necessaria!
La strada ci porta a Tipperary, quella della celebre canzone “It’s A Long Way To Tipperary”, scritta da Jack Judge e Harry Williams nel 1912 e diventata famosa anche in Francia quando i Connaught Rangers giunsero a Boulogne-sur-Mer nel 1914 (Prima Guerra Mondiale).
Visitiamo Killarney ed il suo castello splendidamente arredato.
Giorno 5, 18 maggio, Anello di Kerry & Penisola Dingle, 330 km. La valle di Killarney, con i suoi laghi, offre un panorama molto suggestivo, chiamato “The ladies view” a seguito della visita, nel 1861, della regina Vittoria con le dame del suo seguito. La strada corre lungo il mare ed il colore del paesaggio cambia secondo le nuvole ed il sole. Grazie alla bassa marea, abbiamo potuto girare su una spiaggia derapando sulla sabbia. Sulle colline ci sono centinaia di pecore al pascolo, marchiate dal colore rosa o blu: non certo per distinguere maschi e femmine, ma per permettere ai proprietari di individuare i propri capi.
Dal parcheggio dell’hotel, vedo passare, sulla strada principale, un vecchio di Austin. Faccio segno all’autista che mi raggiunge: si tratta di Richard, un inglese del Sussex, che con il suo Austin 7 del 1938 ha percorso la Route 66 negli Stati Uniti e l’Argentina “coast to coast”. Mi racconta che insieme hanno fatto 50.000 miglia. La mia 500 ha fatto 80.000 km, di cui solo 55 mila con me.
{gallery}500_rallyceltica1{/gallery}