Una 500 che parla tedesco

E’ stata tra le protagoniste della Settimana della Sicurezza Stradale, in quanto ha permesso agli studenti in visita di capire quanto la 500 abbia girato al mondo sin dai suoi esordi nel panorama automobilistico. Si tratta di una 500 Steyr Puch del 1959 su base N.

L’ha portata al Museo il suo proprietario, il socio Franco Rondelli di Montichiari (BS), che tanto l’ha cercata e l’ha restaurata con due anni di paziente lavoro, dato che le condizioni di partenza erano tutt’altro che ottimali. Â«La parte anteriore fino ai montanti posteriori nasceva a Torino, poi veniva spedita in Austria dove la Steyr Puch la completava con la parte posteriore e montava tutti gli organi meccanici che, a parte pochissimi particolari, sono completamenti diversi dalla cugina Fiat» spiega Franco, che definisce il motore Â«molto semplice, meno complicato del Fiat, ma molto più equilibrato».
Il “Dante Giacosa” si arricchisce dunque con questo esemplare che rappresenta un valido esempio delle rielaborazioni estere dell’italianissima bicilindrica.
Nelle foto, Franco Rondelli accanto alla sua vettura e poi la N Steyr Puch circondata dagli studenti in visita per “Crescere Sicuri”.

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