L’esperienza di un socio diventa film.
Ciò che non ci annienta ci rafforza. E dalle brutte esperienze può capitare di uscirne migliorati. Fino a sentirsi più liberi di prima e non solo perché la libertà è stata riconquistata dopo un periodo di prigionia, come è successo a Tomaso Bruno di Albenga. Il giovane, nostro socio, ha visto concludersi positivamente all’inizio di quest’anno la sua disavventura giudiziaria in India, dove è stato a lungo in carcere con l’infondata accusa di aver ucciso un suo compagno di viaggio.
Sempre sostenuto dalla famiglia (che ha fondato anche l’associazione “Alziamo la voce”) e dalla cittadinanza ingauna, il caso di Tomaso e dell’amica Elisabetta (anche lei ingiustamente accusata del delitto) è diventato emblematico, contribuendo a sollevare il problema dei cittadini italiani incarcerati all’estero. La questione si pone specie quando, come per la vicenda Bruno, le condizioni di detenzione sono particolarmente dure e ci si ritrova non solo lontanissimi dal proprio Paese, ma privati di ogni contatto e con il solo conforto delle lettere, che Tomaso scriveva usando i blocchi degli appunti del padre, assicuratore Allianz.
“Più libero di prima” è il titolo del progetto cinematografico che vuole raccontare questa vicenda. Il regista è il piemontese Adriano Sforzi, già allievo di Ermanno Olmi e amico di Tomaso. Per l’opera si stanno raccogliendo finanziamenti: chi fosse interessato a saperne di più e a contribuire alla realizzazione, può collegarsi al sito www.piuliberodiprima.it.