SALUZZO-MEDJUGORJE
2.726 km, un cinquino, una tenda e… gli spaghetti!
di Mauro Paire e Piera Manera
La voglia di affrontare strade non appartenenti all’UE è tanta; consultiamo le cartine e si decide: destinazione Medjugorje, cittadina della Bosnia Erzegovina dove tuttora la Madonna appare ai veggenti.
Le cose da portare sono tante, dai bagagli alla tenda da campeggio; il tavolino e le sedie non devono mancare, come pure il fornellino e le casseruole; il materassino gonfiabile e le lenzuola sono d’obbligo, come d’obbligo sono i pezzi di ricambio per la 500. Mettere un bauletto sulla capottina è la soluzione, ma quelli che si trovano in commercio non sono di nostro gradimento, allora ricorriamo al fai-da-te: un porta pacchi fa da base, la struttura in alluminio e le pareti in plastica leggera fanno il resto. Il sedile posteriore viene sostituito con un cassonetto in legno compensato, ove all’interno trovano posto ricambi e una scorta di spaghetti. Sono le 9 di sabato 8 agosto; si parte, ma un problema alla ruota posteriore destra ci fa passare dal meccanico, che mettendosi subito all’opera cambia il cilindretto dei freni difettoso. 11,30: è l’ora buona, quindi imbocchiamo l’autostrada a Pinerolo in direzione Torino proseguendo per Milano; intanto la fame inizia a farsi sentire, quindi sosta all’area di servizio di Novara.
Una mezz’oretta e si riparte sotto il sole cocente; gli altri automobilisti ci sorpassano guardandoci, chissà cosa pensano, ma il nostro viaggio prosegue bene. Sono le 17,10 quando arriviamo al casello di Sirmione sul lago di Garda, usciamo dall’autostrada in direzione Peschiera, dove in un bellissimo campeggio troviamo un posto per piazzare la tenda e trascorrere la notte. I famosi spaghetti vanno in pentola e la cena è servita. La prima tappa è fatta, i chilometri percorsi sono 348.
La mattina successiva, dopo aver assaporato un buon caffè, si riparte: imbocchiamo l’autostrada per Trieste, tutto ok, il morale è al massimo, ma dopo un’ottantina di chilometri la nostra 500 molla il tiro. Ci fermiamo in una piazzola e, sbirciando nel vano motore, scopriamo il disguido: niente di grave, si è sfilato un cavo delle candele. Lo rimettiamo a posto e si riparte. Alle ore 14 circa entriamo in Slovenia, passiamo la frontiera con la Croazia e percorrendo la statale arriviamo a Rijeka (ex Fiume). Proseguendo lungo la costa – ormai siamo verso sera – ci fermiamo a Krk per trascorrere la notte in campeggio. La tappa è stata di 430 Km.
Lunedì mattina si riparte alla volta di Medjugorje; la strada che costeggia la costa croata ci offre uno splendido scenario, ma dopo 130 Km decidiamo di imboccare l’autostrada che transita nell’entroterra. Alle 17 precise ci troviamo alla frontiera tra Croazia e Bosnia Erzegovina (molto severi i controlli); ancora qualche chilometro e arriviamo alla meta tanto desiderata. La foto ricordo davanti al Santuario non può mancare ed è proprio in questo momento che alle nostre spalle sentiamo un clacson suonare: sta transitando una 500 e il saluto del cinquecentista è per noi una bella accoglienza. Troviamo un albergo, scarichiamo le valige e dopo i 434 Km percorsi, mettiamo la mitica a riposo.
La sosta prevista a Medjugorje è di due giorni, che però diventano quattro: la voglia di andare via non c’è, tutto è troppo bello e coinvolgente: dalla salita al monte dove si trova la croce bianca (per arrivarci occorre camminare per un’ora su rocce e detriti, ma la stanchezza non si sente) al monte dell’apparizione (anche qui il cammino per arrivare è di tre quarti d’ora) e alla croce blu; tutti posti meravigliosi e lasciarli dispiace.
Giovedì 13 partiamo per la visita a Mostar, che dista 80 Km. All’entrata della cittadina iniziamo a vedere i segni della guerra: palazzi interamente devastati, mentre altri sono in fase di ricostruzione. Una visita al famoso “Old Bridge”, ora interamente rimesso a nuovo, ci regala una passeggiata tra bancarelle e negozi tipici, dove si può comprare di tutto (armi comprese). Nel pomeriggio ritorniamo in albergo transitando su strade piccole e ondulate, ma la nostra 500 non si ferma.
Sabato 15 dobbiamo lasciare Medjugorje: dopo un controllo al motore della mitica, partiamo per il viaggio di ritorno e decidiamo di percorrere una strada diversa rispetto all’andata. Alla frontiera tra Bosnia e Croazia i poliziotti chiedono solo i documenti e parlando e ridendo fra di loro ci fanno segno di passare. La strada della costa ci attira, entriamo in autostrada solamente dopo Split, ma il forte vento e le lunghe salite ci costringono a ritornare sulla costa. La sosta a Seny ci dà modo di dormire la notte. I chilometri di questa tappa sono 441.
Il mattino seguente mentre smontiamo l’accampamento, in una piazzola del campeggio notiamo una 500: è austriaca. Parliamo con il proprietario, il quale ci spiega che la macchina monta un motore di una moto della polizia da 1.200 cc! Gli consegniamo il materiale riguardante il Fiat 500 Club Italia, le foto ricordo naturalmente sono doverose… Un saluto e si parte per l’escursione ai laghi di Plitvicka Jezera che si trovano all’interno della Croazia verso il confine bosniaco. I chilometri per raggiungerli sono molti, la strada inizialmente è in salita fino a raggiungere un altipiano, il traffico praticamente non esiste, le poche auto che si incrociano solitamente sono straniere. Sulle case ci sono i segni della guerra, lungo la strada non mancano i monumenti ai caduti.
Sono le 10 di lunedì 17, riprendiamo il viaggio alla volta dell’Italia, percorrendo la strada costiera che si dirige verso Rijeka entriamo in città; la gente incuriosita scatta delle fotografie alla nostra 500. Imbocchiamo la superstrada che porta verso la Slovenia, alla frontiera i poliziotti danno uno sguardo e ci fanno passare, ancora qualche chilometro e ci fermiamo per il pranzo presso una trattoria, dove con pochi euro e con un piatto tipico sloveno ci riempiamo la pancia. Sono le 13,45 quando entriamo in Italia, il traffico inizia a farsi vedere, i Tir sfrecciano ad alta velocità, qualcuno ci sta dietro per chilometri.
Finalmente dopo aver sudato non poco (39° C!), arriviamo al casello autostradale di Peschiera, ci dirigiamo nuovamente al campeggio che ci ha ospitati all’andata, ancora una notte in tenda e ancora una volta i nostri spaghetti. I chilometri percorsi in questa giornata sono 418.
Martedì 18 ultimo sforzo, riprendiamo l’autostrada, il traffico è tanto, il caldo quasi insopportabile (arriviamo a 40°), ma la voglia di arrivare a casa è tanta: una sosta all’area di servizio di Novara per uno spuntino e si riparte. Manca poco a Torino, all’orizzonte s’intravede la collina con la Basilica di Superga, è quasi fatta. Alle 16,40 dopo i 333 Km della tappa giornaliera arriviamo a casa sani e salvi, noi e la nostra 500, che ancora una volta ha dimostrato di essere grande e che ha portato in giro il marchio del Club. In totale abbiamo percorso 2.726 Km, sono tanti, è stata dura, ma siamo fieri di aver fatto un viaggio che ricorderemo come uno dei più belli e soprattutto fieri della nostra 500, che ora può vantarsi di aver fatto girare le sue ruote sulle strade di ben 12 Stati europei e 2 extra europei; per noi è un record.
Per aver collaborato e soprattutto creduto in noi e nella nostra mitica 500 ringraziamo le ditte: Faip Equipment di Pinerolo, Vidor Autoricambi di S. Secondo di Pinerolo, la torrefazione “Caffè Excelsior” di Busca e Domenico Macrì, agente di zona della Cuneo Lube, per la fornitura dell’olio Shell specifico per 500.
Nelle foto: l’accampamento; alla frontiera tra Slovenia e Croazia; l’entrata in Bosnia Erzegovina; Medjugorie: al Santuario, all’Hotel e la 500 locale; Mostar: l’arrivo ed i segni della guerra; alla trattoria in Slovenia; l’incontro con la 500 austriaca.